Omeonga ha sfiorato la gara perfetta: però impari dagli errori

Lucidità sotto porta e astuzia nei momenti chiave della partita: il centrocampista deve migliorare in questi frangenti, ma è sulla strada giusta

Omeonga contro Miranda dell'Inter (foto di Tanopress)

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Giovane com’è ha ancora tanti margini di miglioramento da limare. Omeonga, classe ’96, ha impressionato al debutto in una cattedrale del calcio come il Meazza. Era presente in ogni zona del campo nella duplice fase del gioco del Genoa: in contenimento su Borja Valero, diventando la sua ombra senza pallone ai piedi, e in avanzamento da falsa ala destra ai danni di Dalbert. Povero, il terzino dell’Inter: contro il belga non ci ha capito praticamente niente dall’inizio alla fine. E’ mancato il gol a Omeonga per suggellare un pomeriggio fantastico divenuto invece triste e grigio come la periferia milanese alle sette del mattino di una giornata di novembre.

Pandev lo ha messo di fronte ad Handanovic con un tocco semplice di pura classe. Omeonga ha pensato troppo a come e dove tirare: doveva essere istintivo, colpire la palla alla stregua della prima intenzione suggerita dal cervello (diagonale basso sul secondo palo). Invece ha preferito ponderare la soluzione più certa, la botta centrale. Troppo semplice per superare un polpo come il portiere sloveno. In quel momento è finita la sua partita perché Omeonga ha continuato a ripensare all’errore che avrebbe portato in vantaggio il Genoa a dieci miuti dal termine, con l’Inter senza ossigeno.

Sono errori che fanno parte del percorso di crescita di un ragazzo che ha del potenziale e che merita ancora una maglia da titolare. Ivan Juric non potrà utilizzare Omenga contro il Bologna per l’espulsione irrogata dal giudice sportivo (Eder, una sceneggiata patetica): sarebbe stato bello rivederlo subito in campo per avere la controprova in merito alla grande prestazione di Milano. Diamo tempo al tempo e lasciamolo migliorare: l’importante è desumere la giusta lezione dagli episodi negativi.

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