Minotti: “Ballardini uomo di calcio, ma deve risolvere l’enigma attaccante”

Lorenzo Minotti, ex calciatore e attuale opinionista di Sky Sport, ha analizzato pregi e difetti del Genoa in vista della delicata trasferta di Verona.

Il mitico "pugno" mister di Ballardini (foto di Genoa Tanopress)

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Lorenzo Minotti, ex calciatore di Parma, Cagliari e Torino e attualmente apprezzato opinionista di Sky, è intervenuto a We Are Genoa  soffermandosi sul prossimo incontro di campionato che vedrà il Genoa impegnato in quel di Verona con l’Hellas. «Domenica ho visto per la prima volta il Genoa  dal vivo. Devo dire che mi ha fatto una buona impressione: soprattutto sotto l’aspetto della concentrazione e  della tenuta mentale. Sapevano di doer soffrire ed hanno giocato da squadra:  compatti, corti e ordinati. La Roma non era in cattiva giornata, al di la degli episodi, il Genoa si è trovato sotto, forse nell’unica sbavatura del terzetto difensivo. La partita è preparata bene dai rossoblù, mi sono sembrati rigenerati dal punto di vista mentale. La rosa del Genoa è composta da giocatori di categoria, dico questo perchè vedendo giocare Verona, Crotone e Spal  si vede che hanno qualcosa in meno dal punto di vista dell’esperienza. Il punto interrogativo è rappresentato dall’attaccante, ha bisogno di un attaccante che determini e dia una logica alla fase offensiva. L’ingresso di Lapadula è stato significativo, se il Genoa mette a posto questo aspetto  con la qualità degli esterni e dei centrocampisti in rosa allora tutto sarà più facile.  Conosco bene Ballardini è romagnolo come me, sfortunatamente  ha avuto una carriera da calciatore molto breve a causa di un brutto infortunio. Ha allenato in tutte le categorie, ha fatto le sue esperienze, è un allenatore che   dal punto di vista tecnico-tattico ha ampliato le sue conoscenze, non ha un solo modo di interpretare il calcio.  Il suo limite, se così vogliamo definirlo, è sempre stato il carattere  particolarmente rude,  ma negli ultimi anni ha fatto dei grandi passi in avanti da questo punto di vista. Quando interviene  in un gruppo incide sempre, si è specializzato nell’entrare in corsa , riesce ad avere empatia con il gruppo, mi sembra sia l’ideale per situazioni così.  Io lo paragono a Carmigniani, Quando ero a Parma  venne chiamato per bene 2 volte per salvare la squadra, ecco Balladini me lo ricorda. Sono allenatori che conoscono il calcio,  hanno una propria personalità, anche se “figli” di Sacchi mettono in pratica anche altre concezioni calcistiche assorbite nel corso degli anni. Ballardini è un  uomo di calcio.   Ho parlato con Pecchia dopo la vittoria con il Sassuolo perchè lo conosco bene, avendoci giocato insieme. Gli ho detto che nel  suo Verona  anche se veniva da 5 sconfitte consecutive, tutti coglievano degli aspetti positivi, allo  stesso modo dopo quella vittoria gli ho detto di aver visto due segnali negativi: mi riferisco al comportamento di Pazzini e Cerci.  Il Verona è allenato bene, giocata bene e sta crescendo, rispetto alle altre neo promesse ha mantenuto 6-7 calciatori dell’anno scorso aggiungendo dei giovani interessanti e calciatori di esperienza come Caceres, Heurtaux e Cerci. Questi calciatori hanno faticato alll’inizio per vari problemi, ma adesso stanno carburando e stanno facendo la differenza. Pecchia però è preso un po’ in mezzo a questi fuochi rappresentati dal malumore di Pazzini e Cerci che possono complicargli il lavoro. Come organico il Genoa è più forte, considerando i valori tecnici, ma anche numericamente.  Il Verona  però adesso sta bene, hanno fiducia, è una partita che il Genoa dovrà  giocare con la stessa determinazione e concentrazione mostrati con la Roma».

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