Martins Adailton: «Il mio cuore è sempre stato rossoblù. Quello che ho ricevuto al Ferraris non l’ho ricevuto da altre parti»

L'ex giocatore rossoblù: «Sarà difficile riprendere. Il Genoa stava ritrovando lo spirito e qualche miglior posizione in classifica. Spero che possa ripartire da lì»

Adailton
L'ex rossoblù Adailton a Villa Rostan (foto Genoa CFC Tanopress)

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A pochi minuti dal fischio d’inizio della sfida del Ferraris tra Genoa e Parma, Martins Adailton ha partecipato a Genoa Warm Up su Genoa Channel. Ecco le sue dichiarazioni:

 

«Io alleno già da tre anni. Ho iniziato in Brasile, perchè ho ripreso a vivere lì e ho quindi deciso di iniziare lì la mia carriera. La colpa è di mister Gasperini, che quando ero a Genova mi ha messo questo in testa, assieme a questo stadio, convincendomi a non mollare il calcio definitivamente. Poi ho voluto tornare in Italia per andare a Coverciano e prepararmi. Sono qui da tre anni e ho fatto due anni in Serie D. Con il Virtus Verona abbiamo vinto anche il campionato. Questa avventura mi rende davvero contento e sono felice di aver preso questa strada».

 

Cosa aspettarsi dopo questo periodo di stop.

 

«Speriamo che le squadre possano essere in condizione. E’ molto difficile, dopo tutto questo tempo, essere in condizione di ripartire come si era finito. Soprattutto per il Genoa, con Nicola che era riuscito a trovare una quadratura giusta e dei meccanismi che avevano portato dei risultati importanti. Il Genoa stava ritrovando lo spirito e qualche miglior posizione in classifica. Spero che il Genoa possa ripartire da lì».

 

Da doppio ex, per chi tifi?

 

«Non posso che non tifare per il Genoa, ma non perchè sono qua. Perchè il mio cuore è sempre stato rossoblù. Quello che ho ricevuto al Marassi non l’ho ricevuto da nessun’altra parte. Ho fatto anche sette bellissimi anni a Verona, altri a Bologna, ma Marassi è uno stadio spettacolare. E’ unico e la Nord è una cosa che non si può descrivere. L’emozione che ti dà quando sei lì sotto. Io ho vissuto anche una stagione difficile, durante la quale ho avuto anche un infortunio grave a La Spezia, e la tifoseria mi è stata molto vicino. Ho anche avuto la fortuna di rientrare al Marassi e segnare dopo pochi secondi. Non scorderò mai quelle 25 mila persone che cantavano il mio nome, quindi tifo Genoa».

 

Hai giocato la stagione 2006/2007, giocando in Serie B e portando il Genoa in Serie A. Cosa ricordi?

 

«Me la ricordo benissimo. E’ stata una stagione bellissima, perchè era una Serie B diversa. Pensiamo a Juventus, Bologna, Genoa, Napoli, Brescia. Era una Serie B che era una Serie A, quindi era molto difficile. Dove si è giocato un calcio bellissimo. Abbiamo fatto un calcio spettacolare, giocando molto bene. Quello è stato l’unico anno in cui la Serie B non ha avuto i play-off, quindi si giocava in una marcia diversa da tutte le altre».

 

In quale giocatore del Genoa di Nicola ti riconosci?

 

«Mi ritrovo molto in Pandev, è il giocatore che mi assomiglia di più: mancino, ha le stesse caratteristiche, è attaccante, ma torna indietro, crea gli spazi ed è un rifinitore. Non è un ragazzino, ma riesce a dare il suo contributo e a farsi valere, dando un forte contributo al Genoa».

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