[tps_title]Aneddoto finale[/tps_title]
Domenica 15 settembre 2013: è in programma un altro Sampdoria-Genoa. Al mio arrivo in Tribuna i tifosi rossoblù che mi conoscono per i miei passaggi televisivi mi salutano calorosamente e a un certo punto si sente una giovane voce femminile che mi chiama: “Prof., ma guardi che combinazione!”. È una mia studentessa, tifosa blucerchiata, che assiste con il fidanzato, suo correligionario calcistico, all’attesa sfida. In questa singolare situazione (una sorta di versione genovese di Eravamo in centomila di Adriano «il supermolleggiato» Celentano) le propongo di stare alla mia destra (per metterla a suo agio le dico che, comunque andrà a finire l’incontro, le regalerò come ricordo, dopo aver ricopiato i dati sul computer, il foglietto su cui registro formazioni, sostituzioni, reti e curiosità) e la poveretta dopo soli otto minuti deve vedere le mie due mani stringersi in altrettanti pugni per la mia esultanza alla rete di Luca «le ali della libertà» Antonini (da buon storico le ricordo i fugaci trascorsi blucerchiati del marcatore, all’esordio con la maglia del Genoa, e, quindi, come ancora una volta sia valsa «la legge dell’ex»). Dopo l’intervallo la ragazza si sposta scaramanticamente di qualche metro, ma non abbastanza per non vedere la mia gioia alle reti di Emanuele «l’arciere» Calaiò e Francesco «Ciccio» Lodi. Alla fine mi avvicino a lei e perfidamente le dico: “Se vuoi saltare il primo giorno di scuola per andare a contestare la Sampdoria a Bogliasco, non ci sono problemi… la giustificazione te la firmo io!”.
Fine prima puntata
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