Il Venezuela di Rincón compie l’impresa: Uruguay battuto

Grande gioia per la Vinotinto di Rincón che batte Diego Laxalt, in panchina per tutta la partita

Tomas Rincon (Mike Ehrmann/Getty Images)

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É la sera che i venezuelani stavano aspettando. É la sera che in molti non avrebbero mai pensato di vivere, invece eccola qua, in tutto il suo splendore. Il Venezuela batte l’Uruguay nella Copa del centenario. A Philadelphia è finita 1-0 per la squadra capitanata da Tomás Rincón, gol vittoria di Rondon, alla diciassettesima marcatura in Nazionale. La marcatura nasceva da un tiro dalla distanza di Guerra, Muslera si trovava fuori dai pali, riusciva a smanacciare sulla traversa ma non a bloccare il tap-in di Rondon.

Rincón ha giocato tutta la gara dal primo minuto, conduzione ineccepibile del match con pochissimi palloni sbagliati e tanti contrasti vinti in ogni zona del campo. Ha condiviso il centrocampo con Figuera, il giovanissimo Peñaranda e Guerra, detto “el lobo”, il lupo. Quando Guerra avanzava all’ala destra, il Generale slittava a coprire la posizione lasciata libera dal compagno. Tutto con i soliti automatismi palesati con il Genoa.

Interessante questo Venezuela. Sembra un’altra squadra rispetto a quella di Sanvicente, monolitica e con la retromarcia innestata. La Vinotinto gioca a calcio, propone, ha scoperto d’avere una grande qualità individuale: forse troppo tardi per qualificarsi al Mondiale 2018.

Niente da fare per Diego Laxalt. Il laterale genoano non è sceso in campo nemmeno un minuto. Speriamo possa esserci gloria nella terza e inutile gara, ai fini della classifica. Al suo posto si sono visti un opaco Gaston Ramirez (ex Bologna) e un orripilante Gaston Silva, ora al Torino. La serata horror di quest’ultimo è certificata dalla percentuale di passaggi sbagliati, quasi pari al cento per cento, e vidimata anche dall’incapacità di rimettere in gioco il pallone con le mani. Peccato per Laxalt, niente sfida rossoblù con Rincón.

Si fa dura per l’Uruguay. La Celeste esce a testa bassa dalla Copa America con due sconfitte in altrettante partite. Siamo alla fine di un’era? Forse, perché le condizioni fisiche del maestro triste Tabarez sono precarie: si regge in piedi su due bastoni e dirige gli allenamenti a bordo di un “carrito”, un passeggino elettrico. Il maestro potrebbe passare la mano a un erede, difficile capire chi.

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