Diego Laxalt è così, magari finisce per incappare in periodi neri ma riesce sempre ad uscirne. Dalla concorrenza di Migliore alla titolarità assoluta e certificata da due gol consecutivi, con cui ha marchiato le trasferte di Roma e Verona incidendo con sei punti alla comun causa genoana. Contro l’Udinese, Ballardini lo spedì in panchina forse per alimentare le voci di mercato che vedevano uno scambio don Bruno Peres destinato a prendere il suo posto sulla corsia sinistra del Grifone: non si fece nulla, ma Diego non la prese affatto male. Anzi, concentrato come non mai s’è preso di nuovo il posto a suon di ottime performances e gol.
La sua velocità è il marchio di fabbrica che più di ogni altro lo contraddistingue, mentre sul taccuino delle qualità da migliorare è stata recentemente cancellata una voce particolare: “Devo migliorare in fase realizzativa, ma ci sto lavorando”. S’è ritagliato spazi importanti, in carriera, questo ragazzo uruguagio che sotto l’ala di Gasperini ha trovato finalmente la sua collocazione: Serie A 2015/16, l’anno precedente a Empoli con Sarri, poi a gennaio a Genova ma panchina e poco altro. Per 18 mesi era stato acquistato, e la scelta di confermarlo a fine periodo è stata ovvia, vista la costanza con cui è avvenuta la maturazione del ragazzo. A Bologna aveva segnato una doppietta all’esordio, contro il Milan, poi col Genoa eccolo in rete due volte col Torino. Udinese, Cagliari e Chievo erano state le sue vittime prima dell’ultimo recente filotto: blitz al 92′ all’Olimpico contro la Lazio, 91′ al Bentegodi contro il Chievo, in tutto distanziato da sei giorni.
Sabato Diego incontrerà l’Inter, segnala oggi in edicola La Gazzetta dello Sport: nel 2013 i nerazzurri lo soffiarono al Genoa, dopo che Milanetto l’aveva seguito durante il Sudamericano Under 20. A Milano solo poche apparizioni nella tournée estiva statunitense, nel 2015, poi i prestiti e l’approdo a Genova, sul mare e all’ombra della Lanterna. Ballardini può gioire.