Era il gennaio 2015 quando il Milan, club che allora ne deteneva il cartellino, lo mandò a giocare in prestito al Genoa. Sotto la Lanterna M’Baye Niang trovò il paradiso, squadra forte e ben costruita, un tecnico sapiente come Gasperini e l’affetto di una cornice di pubblico storicamente affezionata. Scelse il numero 11, poi prese il posto nel tridente che fu di Matri o Pinilla e lo avrebbe condiviso con Borriello e Pavoletti. A conti fatti, le quattordici presenze che il senegalese sarebbe riuscito ad accumulare sarebbero state tutte grasso che cola: cinque reti e tre assist, con tanto di figurone (gol e passaggio decisivo) nell’imbarazzante 1-3 col quale la banda Gasperini s’era permessa di recarsi a San Siro con l’aria sbarazzina di chi era venuto lì solo per qualche scorribanda. Giocò solo mezza stagione a Genova, Niang, perché poi fu richiamato dalla casa madre rossonera e da lì la sua carriera avrebbe preso pieghe diverse.
Quest’oggi l’attaccante oggi in forza al Torino è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport: i granata sono formalmente in lotta per un posto in Europa League ma, nonostante una classifica che non sorride, al momento Belotti e compagni possono ancora sperare di salire sul treno Uefa. Niang non ha poi mancato di ricordare quei bellissimi momenti trascorsi coi colori rossoblù indosso e il Grifone all’altezza del cuore: “Che anno speciale, ci divertivamo e facevamo divertire. Sono due piazze calde, Mazzarri è un allenatore duro come Gasperini perché entrambi vogliono tanto e ti danno tanto”. E anche se secondo M’Baye la sua attuale squadra è più forte rispetto a quella passata, non si può non concordare su quanto fatto vedere nel 2014/15 dal Genoa.