Poco equilibrio al Genoa: tanta tensione e poco mercato

La squadra va rifondata per due terzi ma si pensa solo alle cessioni (Izzo, Laxalt, Simeone), il Popolo genoano chiede chiarezza

La Gradinata Nord (Foto Genoa cfc)

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La tregua decisa dal popolo rossoblù è terminata nella notte tra martedì e mercoledì, ossia dopo che le notizie sulla presunta cessione del Genoa parlavano di un ritiro dalla trattativa di Massimo Cellino. Un eloquente striscione “Preziosi vattene” ha preso residenza all’uscita della Sopraelevata (zona Sampierdarena, davanti al Wtc di San Benigno), ma a preoccupare non è tanto il messaggio quanto il retroscena. Il popolo genoano non dimentica una stagione che avrebbe potuto prender una piega ben diversa, con una retrocessione a tratti davvero vicina, con una salvezza ottenuta archiviata solo all’ultimo. Ecco perchè, spiega questa mattina La Stampa nella sua edizione di Savona e provincia, l’ultima occasione per trovare un equilibrio con la piazza sarebbe l’assemblea dei soci di lunedì. Intanto c’è da capire la reale situazione finanziaria del club, poi si chiede chiarezza per quel che concerne il 25% che Preziosi ha fagocitato dopo 11 anni in cui era stato di proprietà della Fondazione Genoa. Se però sul piano societario il clima è di burrasca, sui tavoli del mercato la calma è piatta. Il patron incontrerà a breve Juric e Donatelli per imbastire quantomeno la spina dorsale del Genoa 2017/18, una squadra che a dir di Preziosi andrebbe rifondata per due terzi. Per ora, i nomi più caldi (ma sarebbe meglio dir tiepidi) sono Mandragora in prestito dalla Juventus e Duvan Zapata “parcheggiato dal Napoli in Liguria. Il partito anti-Preziosi, poi, è dubbioso circa i debiti pregressi e il bilancio poco solido del Grifone: Izzo, Laxalt e Simeone i principali indiziati alla cessione. In tutto questo, infine, una buona notizia: Andrea Mandorlini, accettando la panchina dello Spezia, toglierebbe il suo stipendio in lista spese.

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