Genoa, tagliare gli stipendi e modellare una rosa giovane

L'austerity si sta mostrando in tutta la sua durezza: è obbligatorio cedere i gioielli (Perin, Izzo, Laxalt e Simeone) per fare cassa

Mattia Perin (Foto Paolo Bruno/Getty Images)

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Si parla di calciomercato, sicché dopo la mancata cessione (per ora) del club bisogna approfittare della sessione estiva di trattative per rivoluzionare un organico ferito in vista della prossima imminente annata. Lo fa La Repubblica – Genova, questa mattina, tracciando un’analisi reparto per reparto. Il capitolo cessioni sta mostrando Mattia Perin sempre più lontano da Genova: la conferma di Donatelli ieri ha fatto immaginare anche le possibili cifre dell’operazione (8 milioni subito e 8 di bonus) e la probabile chiusura (già la prossima settimana). Se però nelle casse del Genoa entrano si spera 16 milioni, in campo si apre una voragine: come sostituire il partente estremo difensore? La soluzione spuntata ieri vede in pole position Alex Cordaz del Crotone, ma non è da escludersi un inserimento per Sportiello o addirittura una clamorosa permanenza di Lamanna.

In difesa, le piste sono molteplici. Il Grifone è da tempo interessato a Ferrari del Crotone ma allo stesso tempo punta al pieno d’esperienza con Spolli o Paletta rispettivamente da Chievo o Milan. All’estero: dalla Polonia fanno sapere di un’offerta per Padzan del Legia Varsavia, dal Brasile confermano che Balbuena sia sondato dal Genoa. E chissà che gli altri gioielli della rosa (Izzo, Laxalt e Simeone) non possano partire: la politica di austerity obbliga a tagliare drasticamente il monte ingaggi ma allo stesso tempo induce ad allestire una rosa giovane. E’ un’arma a doppio taglio, con rischi di cali o picchi a distanza ravvicinata: i troppi prestiti imbottiranno a livello numerico la rosa ma rischiano di esser controproducenti e non aver futuro.

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