Genoa ko, tradito da Ntcham. Dopo 57 anni la Samp fa 2 su 2

Era dalla stagione 1959/60 che la Samp non vinceva entrambe le stracittadine

Fabio Quagliarella ed Ezequiel Munoz (foto Paolo Rattini/Getty Images)

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Era dalla stagione 1959/60 che la Samp non si portava a casa entrambe le stracittadine. Un lungo periodo improvvisamente conclusosi ieri sera, con lo 0-1 che, sommato al 2-1 dell’andata, porta Giampaolo a festeggiare il doblete dopo ben 57 anni. Ne parla questa mattina il Corriere dello Sport, che evidenzia la gravità della crisi rossoblù: basti pensare che la vittoria al Ferraris, tra mura amiche, manca dal lontanissimo 15 dicembre. In un derby abbastanza brutto, povero di emozioni e caratterizzato dal clima teso (inoltre, giocato da entrambe le parti con la chiara intenzione di non subire gol piuttosto che segnare), il Grifo ha pagato a carissimo prezzo una sciocchezza di Olivier Ntcham, il suo numero 10. Al minuto 71 di una partita bloccata, nella quale il risultato più giusto sarebbe stato il pari, un improbabile passaggio orizzontale verso Munoz da parte del giovane di proprietà del City ha regalato una ghiottissima chance a Muriel che non l’ha sprecata mandando in visibilio la Sud. Mandorlini inizialmente ha optato per il 3-5-2, con Cofie oltre a Ntcham dal 1′, poi ha provato in corsa altre soluzioni (4-3-3 con Palladino per Lazovic, infine 4-2-4 con Taarabt entrato in campo a rilevare Cofie). Ha sobbarcato Laxalt di compiti in fase difensiva, ha relegato Cofie in marcatura su Bruno Fernandes, ha lasciato Pinilla davanti imponendo a Simeone di tener d’occhio l’impostazione di Torreira. E infine ha perso, dopo un primo tempo giocato nemmeno troppo male (sebbene il possesso palla sia stato appannaggio degli uomini di Giampaolo), tradito da quella che avrebbe dovuto essere la sua carta di maggior valore. Come sottolineato infine dal Corriere dello Sport, ma anche da La Repubblica, sugli spalti c’è stato spettacolo: nella serata in cui in campo non si è vista troppa bellezza, non tradito la cornice di pubblico. Pazzesca, calorosa, come al solito assai folta (circa 33mila le presenze in un Ferraris per tre quarti rossoblù). Lo scudo crociato biancorosso, accompagnato dalla scritta “Il Genoa siamo noi” è stata la coreografia scelta dalla Nord, che non si è fatta mancare anche la contestazione al presidente Preziosi (che ieri non era allo stadio) e un invito alla squadra affinchè onorasse la maglia in occasione del derby, la partita più sentita, l’ultimo obiettivo stagionale per una formazione progressivamente calata alla distanza.

Matteo Albanese

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