La matematica informa come conquistare 10 dei 18 punti ancora disponibili possa bastare alla Juventus per vincere uno storico sesto titolo. Non bisogna però ricordarlo ad Allegri, che ha richiamato tutti i giocatori a giocare col sacro fuoco dentro come se fosse una finale. Genoa come il Barça, i rossoblù al pari dei marziani blaugrana. Nel triennio “allegriano”, solo due volte i bianconeri hanno avuto la meglio sul Grifo: il 29 ottobre 2014, in una Genova colpita dall’ennesima sanguinosa alluvione, ci pensò l’angelo del fango Antonini al 94′. Insomma, il Genoa non è mai una contendente semplice. Storicamente la Juve ha sempre avuto non poche difficoltà, a Marassi, contro un undici che raramente si è scansato.
Eppure, una delle armi in canna conservate gelosamente a Vinovo si chiama Gonzalo Higuain: il Pipita, che finora ha segnato 23 reti in campionato, è in una forma strepitosa. Contro il Genoa, una delle sue vittime predilette (già 5 marcature, tutte col Napoli, tutte quando l’argentino giocava in casa) ancor di più. All’andata entrò al minuto 8 della ripresa, col punteggio di 3-0, con la frittata già bella che fatta, con tre punti che già erano volati via. E fece poco, il Pipita, pur contando che quel Genoa è solo una bellissima copia, una seducente ombra della quale ora non si conserva altro che un nostalgico ricordo. L’iniezione di fiducia maturata nel Camp Nou potrebbe aver caricato a mille una squadra già normalmente devastante, ma dinanzi ai catalani Higuain ha combinato ben poco (è normale: i bianconeri hanno pensato in primo luogo a non prenderle). Che voglia subito recuperare con gli interessi? Al campo, stasera, ore 20:45, l’ardua sentenza.
Matteo Albanese