Basta Gianluca Lapadula, dal dischetto, all’ultimissimo secondo utile, per infrangere un tabù pesante come un macigno. Il Genoa c’è, batte il Benevento, scaccia le Streghe dalla Liguria e soprattutto festeggia i primi tre punti in casa propria, al Ferraris, là dove sole due altre partite in tutto il 2017 hanno visto il Grifone uscir vincitore (contro Inter e Torino, scorsa stagione). Il numero 10 entra dalla panchina, mette in campo carattere e freddezza e, scrive La Gazzetta dello Sport, si prende la briga di calciare un rigore fondamentale. Così come contro la Roma, la personalità di Lapadula dagli undici metri porta punti: quattro, perché se contro i giallorossi era in ballo il pari ieri ci si giocava la vittoria contro una diretta concorrente. Conquistatosi quel rigore al 92′, approfittando di un’ingenua uscita di Belec, l’italo-peruviano ha guidato il Genoa verso la luce in fondo al tunnel.
Il Benevento visto ieri a Marassi ha giocato una buona gara, approfittando di un Ballardini prudente (fiducia a Taarabt-Pandev): avrebbero potuto vincere gli Stregoni, perché prima Puscas ha alzato alle stelle un assist geniale di Ciciretti, poi Lombardi ha beffato Izzo lasciando a Chibsah la palla-gol. Niente da fare, perché il muro eretto da un monumentale Perin, eventualmente con l’aiuto decisivo di Laxalt, ha retto. Da lì è uscito il Genoa, che nell’assedio finale ha colpito un palo con Pandev e una traversa con Rigoni. Due salvataggi sulla linea di Lucioni avevano sbarrato la strada a Bertolacci e Lapadula, prima che quest’ultimo decidesse di imprimere la sua firma sulla prima vittoria casalinga stagionale del Genoa di Ballardini. Che ora, così come i giocatori, potrà festeggiare un Natale virtualmente salvo.