Genoa-Crotone non poteva esser altro che una sottile battaglia tra i due tecnici, Davide Ballardini e Walter Zenga. A far suoi i tre punti e una salvezza ormai in cascina è il primo, direttamente da Lugo, con la mossa Medeiros (devastante il portoghese) in una gara che l’ex Sporting ha deciso con la sua fantasia. L’ex tecnico sampdoriano ha invece provato a sorprendere il collega mediante l’inserimento in mediana di Ajeti, scelta rivista in corso d’opera per via della sua palese inefficacia. Troppo effervescenti il sopracitato Medeiros ma soprattutto gli inserimenti di una travolgente linea di centrocampo rossoblù, con Daniel Bessa sugli scudi.
L’italo-brasiliano ha deciso la gara, quando il Crotone aveva già Barberis in campo e l’ex Mandragora spostato a regista. Determinante l’ex Hellas Verona, ma pure il Var che ha tolto un rigore al Genoa sanzionando la simulazione di Medeiros e non l’intervento falloso di Cordaz. Dulcis in fundo, ha confermato il gol che a conti fatti ha deciso la partita: minuto 28′, rapida progressione del Grifone, cross del numero 45, scontro Galabinov-Ceccherini in area di rigore e perfetto inserimento di Bessa. Tutto regolare. Paradossalmente poi il Genoa ha sofferto il contraccolpo, vittima di Lazovic e Laxalt col freno a mano tirato, Pandev ha rilevato uno stanco Medeiros, Bessa ha perso i tempi di proposizione e neppure il 4-2-4 è riuscito a reggere il confronto. Cofie e Pereira, aggiustamenti tattici di Ballardini, hanno messo in ghiaccio sfida e salvezza prima che Cofie e la traversa di Bertolacci facessero gridare al 2-0. Quello non è arrivato. La salvezza però sì, conclude La Gazzetta dello Sport, e in fondo è l’unica cosa che contava.