L’atteggiamento chiaramente prudente di Mandorlini non avrebbe potuto esser dedotto dalle formazioni ufficiali, in cui il Genoa pareva esser entrato in campo con un 4-3-3 spregiudicato: Lazovic a destra, Taarabt a sinistra, Simeone a far da corazziere in mezzo. Eppure, come ribadisce il Corriere dello Sport, di fatto è stato 4-5-1 e l’isolamento del Cholito si è visto per tutti i 90′. Senza 7, tra infortunati e squalificati, l’undici di Montella è stato in larga parte superiore a codesto Grifo, e lo si è visto specialmente sulla corsia sinistra rossoblù dove l’adattato Laxalt ha potuto ben poco sulle scorribande di Deulofeu e sulle incursioni centrali della mezzala Fernandez. Proprio una di queste è valsa il vantaggio rossonero, ma Mandorlini può recriminare per due colossali chance che Taarabt ha sprecato prima concludendo flebilmente, poi sparando addosso a Donnarumma.
Senza Burdisso, fermato dal giudice sportivo, ecco il ritorno di Gentiletti accompagnato dal solito calo di concentrazione (in cui l’ex Lazio ha solo sfiorato un pallone poi preso dall’ex Ocampos, la cui conclusione è stata magistralmente salvata sulla linea dal miglior in campo del Genoa, Izzo). I cambi non servono, il Genoa non è in campo e anche nei minuti finali, in cui dovrebbe tentar l’assalto, preferisce tornar indietro dai propri difensori. Normale ora chiedersi quale effetto abbia sortito il ritiro anticipato in quel di Milano, a parte l’allontanamento dei giocatori da Pegli, e dunque dalle ire dei tifosi.
Matteo Albanese