Yeboah torna a casa: in stagione nessun italiano all’estero ha segnato più di lui

Coniuga fisicità e prolificità come i giocatori moderni: un po' Kouamé nel lanciato, un po' lo zio Anthony sotto porta

Yeboah
Kelvin Yeboah in stacco aereo (dalla sua pagina Instagram)

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La traccia teutonica svela all’ultimo miglio il terzo acquisto del Genoa, il secondo a titolo definitivo dopo Hefti e Ostigard. É Kelvin Yeboah, attaccante italo-ghanese, che Spors ha pescato dallo Sturm Graz, il primo degli umani d’Austria durante la tirannia sportiva del Salisburgo che vince la Bundesliga da otto edizioni consecutive ed è già avanti con i lavori per la nona sinfonia. Un po’ Kouamé, sia nelle movenze che nella rapidità, un po’ Tony, lo zio due volte capocannoniere con l’Eintracht Francoforte a pari merito con Kirsten e Kuntz. Yeboah è prolifico ma sa saltare l’uomo: è uno di quei giocatori moderni, al passo con i tempi, poiché coniuga fisicità e prolificità. In stagione è l’italiano all’estero ad aver segnato più gol, quasi il doppio di Balotelli; più in generale, è il secondo marcatore italiano dopo Immobile ma con tre calci di rigore in meno (dunque è primo su azione).

Attorno a Yeboah, già convocato dal ct Nicolato, gravita un solo interrogativo sulla velocità d’adattamento a un calcio esasperatamente tattico, a differenza del Fußball austriaco, che ha solo conosciuto a livello di settore giovanile, tra Novara, Monza e Gozzano. L’esperienza che lo ha trasformato nella testa e nel corpo è stato l’anno al West Ham: dall’Academy degli Hammers Yeboah ha assimilato il valore del lavoro quotidiano in un contesto internazionale nel quale il confronto di stili e di culture è la prerogativa per migliorare. «Consiglierei a chiunque di giocare all’estero, vivere da solo in un altro Paese aiuta a crescere come persona e come giocatore. Ti abitui a fare le cose da te, a non dipendere da mamma e papà: scoprire il mondo è un’esperienza che aiuta in tutti i campi» spiegò al primo giorno a Coverciano, rivelando in punta d’orgoglio il suo vissuto da ragazzo globalizzato.

Poi Wattens, la squadra dei mastri gioiellieri di Swarovski, e Sturm Graz, l’unico club al mondo che nella ragione sociale contempla un impulso d’animo (l’impeto) oltre al nome della città. I trenta mesi austriaci di Yeboah marcano la sua costante crescita in termini realizzativi – otto, dieci, quattordici reti festeggiate mimano il sorso di un caffé – e la chiamata in un campionato superiore al costo di 6,5 milioni di euro: non una cifra qualsiasi per un classe 2000 ma, soprattutto, la riposta autonomista all’Atalanta che dopo Lammers traccheggia pure con Piccoli e Miranchuk, come se a Bergamo stessero tesoreggiando Overath e Müller. Il Genoa deve saltare su un treno in corsa, non può aspettare il 31 gennaio per ottenere il nullaosta dopo che i bergamaschi hanno risolto i propri problemi. La società rossoblù si sta muovendo concretamente e assieme a Roma e Fiorentina è tra le indiscusse protagoniste della sessione invernale: merito dell’agilità di mercato di tre proprietà americane.

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