Yeboah: «Al Genoa stati mesi complicati, ma non ho rimpianti: lo rifarei»

L'ex attaccante rossoblù: «I tifosi del Genoa sono fantastici e ho imparato tanto: è nei momenti difficili che migliori, quando la palla non entra neanche se la spingi con le mani»

Yeboah Genoa
Yeboah difende il pallone (Foto Genoa cfc Tanopress)

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«Sono stati mesi complicati, ma non ho rimpianti: lo rifarei». Kelvin Yeboah, ex attaccante del Genoa ora Minnesota United nella Major League Soccer, ha raccontato in un’intervista a Sky Sport anche della sua esperienza al Genoa. «I tifosi del Genoa sono fantastici – ha spiegato l’attaccante – e ho imparato tanto: è nei momenti difficili che migliori, quando la palla non entra neanche se la spingi con le mani. Mi ha aiutato mio zio Anthony, che è stato un grande attaccante in Bundesliga e in Premier. E al Genoa ho interiorizzato una lezione che oggi è il mio mantra: the obstacle is the way, l’ostacolo è la via. Significa non fuggire dalle responsabilità e dare sempre il massimo. Il resto lo lascio nelle mani di Dio».

Yeboah ha raccontato anche di quando arrivò al Grifone nel gennaio 2022 dallo Sturm Graz:
«La società aveva scelto di prendere due attaccanti: io e Piatek. Alla fine però sono arrivato solo io e, a 21 anni, mi sono caricato tutta la responsabilità sulle spalle. Ero in un buon momento, segnavo pure in Europa League e il progetto di Spors e Shevchenko mi aveva convinto».

Yeboah Amiri Piccoli Genoa
Intesa tra Yeboah e Amiri, sullo sfondo Piccoli (foto di Genoa CFC Tanopress)

Aveva scelto il numero 45 quando era in rossoblù: «Per Balotelli: mi aveva scritto un messaggio di buona fortuna. Ora è lui a indossare proprio quella maglia e io ho ricambiato: gli ho detto di farci divertire».

La sua esperienza è partita da Shevchenko: «Ho esordito con lui in panchina, in Coppa Italia a San Siro contro il Milan: un sogno. Ma dopo quella partita l’hanno esonerato, è arrivato Konko ad interim e al mio debutto in Serie A abbiamo perso 6-0 contro la Fiorentina».

Poi racconta di Blessin: «Ero arrivato al Genoa per fare la punta ma lui mi ha spostato in fascia. E la comunicazione era complicata: l’allenatore era tedesco e il traduttore non traduceva dall’inglese. Quindi a ogni esercizio, Blessin spiegava in tedesco, il traduttore ripeteva in italiano e poi, per chi non capiva né una né l’altra lingua, Blessin lo rispiegava in inglese. In campo comunque ci capivamo: abbiamo lottato fino alla fine ma non siamo riusciti a salvarci».

“La traversa a Napoli

sta ancora tremando poteva cambiare

la nostra storia e anche la mia”

A Napoli Yeboah centrò la traversa a Napoli e non è riuscito a segnare nel massimo campionato: «Sta ancora tremando: poteva cambiare la nostra storia e pure la mia, sarebbe stato il primo gol in Serie A. Ma un giorno tornerò in Italia per saldare il conto aperto».

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