È stato molto bello vedere il prossimo presidente del Genoa Dan Sucu, entrare in campo con tutta la sua famiglia e i suoi collaboratori e andare a prendere i primi entusiastici applausi dai suoi nuovi tifosi. È stata una specie di “immigrazione rumena” alla conquista dell’integrazione calcistica rossoblù.
Ora però Sucu avrà visto che il Genoa è già squadra, ma ha ancora bisogno di qualcosa e visto che ha preso la società con una manciata di quattrini (valutare il Genoa 40 milioni sembra quasi un obbrobrio) si dovrà rendere conto che dovrà fare ancora uno sforzo per vedere la sua nuova creatura avviarsi verso posizioni di classifiche molto piacevoli e, soprattutto, più sicure.

La partita col Parma ha confermato che il Genoa è già “squadra” formata come piace a Vieira, il quale non smette di credere in questa formula di gioco e di impostazione tattica, anche se insiste nel parlare di necessità di avere sempre di più una squadra che sia sempre più squadra.
E qui si innesta il problema di Balotelli, ancora fermo in panchina, ma convinto che il tecnico lo considera molto, ma da inserire al momento giusto, continuando a dire che Balo in questo momento di adattamento del complesso, potrebbe destabilizzarlo. Per cui sarebbe l’ora di finire, da parte di molti, di recriminare sul fatto che Supermario non entri in campo.
Vittoria interessante non tanto per il gioco, anche se il Grifone ha recitato una onesta, ma soprattutto attenta gara non sbagliando quasi niente e confermando che l’assetto difensivo è fortissimo (Bani e Vasquez i migliori del reparto) e che, questa volta, anche l’aspetto offensivo non è stato tanto deficitario: tiri, occasioni, ripartenze non sono mancati. E il gol (con lieve deviazione) di Frendrup è stato ampiamente meritato anche se caratterizzato da un pizzico di fortuna con la quale il Grifo è sempre comunque in credito. Persino quel Kassa, dal codino ambizioso, ha fatto bene sostituendo addirittura il “cervello” Badelj.
Un dato, però, che preoccupa è il continuo fluire di infortuni, l’ultimo accaduto proprio a Badelj: da tempo il Genoa, ad ogni partita, perde un uomo che normalmente si ferma per un mese e oltre. È questo un altro dei problemi collaterali a fronte di un percorso straordinario che si sta facendo. Il Genoa con questi tre punti importantissimi ha superato l’Empoli e il Torino e si accinge (venerdì sera a Roma) ad entrare nella parte sinistra della classifica.
I rossoblù non vincevano in casa da 223 giorni e sembrava una specie di maledizione non riuscire a fare tre punti casalinghi. Finalmente l’occasione è arrivata e Viera non può che compiacersi dei suoi uomini che, ancora una volta, di fronte a una avversaria che non era proprio male, hanno tirato fuori ciò che il tecnico vuole, cioè gambe, testa e cuore.
Basta ricordare la grinta e la ferocia con cui Pinamonti ha difeso la palla e come i vari Frendrup, Thorsby e lo stesso Miretti hanno lottato soprattutto negli ultimi minuti a difesa del gol segnato, per aver garantito una semplice considerazione: il Genoa, alla vigilia di ogni partita, non sarà mai considerata perdente.
Ora la parola è al simpatico Sucu (che raffinato il suo berretto nero): sarà lui a decidere il futuro del Grifo, con un bel regalo di primavera.
Vittorio Sirianni
