Viareggio Cup: Grifoncini al Picco per fare la storia

La Primavera del Genoa torna a giocarsi la finale del Torneo di Viareggio dopo dodici anni

Genoa Viareggio Primavera Piccardo
La gioia del Genoa e di Piccardo (foto di Genoa CFC Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Chi, ad inizio stagione, si sarebbe mai aspettato di vivere tutto questo? Chi, tra i giocatori più accaniti, avrebbe mai scommesso sul Genoa finalista della Viareggio Cup? Soprattutto se ci si ricorda che, dopo dodici giornate di campionato, Sabatini e i suoi ragazzi navigavano nelle tormentate acque della zona retrocessione con soli otto punti conquistati. Solo una lunghezza impediva loro di giacere all’ultimo gradino della graduatoria. Poi il miracolo del Natale, anche se con qualche giorno d’anticipo. A due giorni dal tanto atteso 25 dicembre, i grifoncini ottengono davanti al proprio pubblico un’importantissima vittoria contro la quarta in classifica Juventus. Un successo arrivato in rimonta e nei minuti di finali grazie alle incornate di Vasco Da Cunha e Danilo Ventola. Un successo che avrebbe cambiato radicalmente la stagione della formazione rossoblù.

Da quel giorno qualcosa nella psicologia della squadra si trasforma. La Primavera del Genoa passa dall’essere un brutto anatroccolo ad un maestoso cigno. O per meglio dire un Grifone, che, prendendo il volo, inizia a ghermire i suoi avversari in tutte le città d’Italia che si presentano sul suo cammino, fallendo soltanto in due occasioni. Ben 17 su 9 partite giocate sono i punti conquistati dopo il successo contro i bianconeri. Perfino la capolista Atalanta finisce vittima dei suoi artigli, mentre si salvano con un pareggio Torino e Napoli.

Con il triplice fischio della sfida di Arenzano contro i partenopei, conclusasi 1-1 con le reti dello svedese Nermin Karic per i rossoblù e di Manzi per gli azzurri, ha finalmente inizio l’avventura della 71ª edizione della Viareggio Cup: competizione molto sentita da mister Sabatini, che lo scorso anno si era visto strappare il sogno di raggiungere le fasi finali uscendo ai quarti contro l’Inter a causa del gol siglato da Valietti al 93esimo quando tutto ormai sembrava portare verso i calci di rigore. I nerazzurri si sarebbero poi diplomati campioni vincendo per 2-1 contro la Fiorentina dopo i tempi supplementari. Quest’anno, però, le cose sono andate diversamente. In seguito al totale dominio del girone 9 del gruppo B, che ha visto i grifoncini classificarsi primi della classe lottando contro Dukla Praga, Livorno e Atlantida Juniors, i rossoblù si sono fatti avanti nelle fasi eliminatorie della competizione imponendosi sull’Empoli agli ottavi, sul Berekum Chelsea ai quarti ed infine sul Parma in semifinale, in una partita ricca di gol e non adatta ai deboli di cuore. Aveva dato solo l’illusione di un match tutto in discesa la rete al 13′ di Adamoli, poichè dopo 10 minuti i Ducali ritrovano il pareggio con Tardivo e in rapida successione arriva il gol del vantaggio siglato da Camara. Una doccia ghiacciata per il Genoa, che all’intervallo si ritrova ancora ad inseguire. A precedere l’inizio della ripresa mister Sabatini ha il lampo di genio ed ecco che vengono fatte tre sostituzioni: Da Silva per Cleonise; Ventola per Szabo; Da Cunha per Masini. I tre innesti danno subito nuova vita alle manovre rossoblù e solo dopo pochissimi minuti i grifoncini trovano il pareggio proprio grazie al numero 10 ungherese. Per tutto il resto del secondo tempo la gara rimane tesa, ferma sul 2-2: risultato che costringerebbe le due formazioni a giocarsi la qualificazione alla lotteria dei calci di rigore. Un fulmine a ciel sereno, però, paralizza per pochi secondi tutti i presenti allo stadio Necchi, per poi farli urlare di gioia. È la conclusione al volo dell’ex Ajax Cleonise, che calciando da fuori area, dà al pallone una traiettoria imprendibile per l’estremo difensore ducale. Una rete che regala ai rossoblù un biglietto per la finale del Picco contro la vecchia conoscenza Bologna e che strappa un sorriso al presidente Preziosi e al direttore generale Perinetti presenti in tribuna. Obbligatori, in seguito, i complimenti da parte dei due alla squadra una volta rientrata negli spogliatoi.

Erano 12 anni che il Genoa Primavera non si giocava la finale del Torneo di Viareggio. Quella volta sulla panchina sedeva Vincenzo Torrente e con lui la formazione rossoblù riuscì ad alzare al cielo la coppa battendo la Roma di De Rossi per 2-1, rispondendo alla rete di Okaka con la doppietta di Siligato. Ora mister Sabatini ha l’occasione di riscrivere la storia. L’occasione di vedere il proprio nome inciso a chiare lettere sugli annali del club più antico d’Italia.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.