Dopo otto giornate senza sconfitte si può anche perdere una partita. Il Genoa non ha giocato male, soprattutto nel primo tempo. Certo, non si è riusciti a rompere quell’incantesimo datato 17 gennaio 1990, quando a Roma (non si giocò all’Olimpico ma al Flaminio) i rossoblù vinsero contro i giallorossi con un certo Aguilera che si lanciò verso la porta avversaria dribblando il portiere e segnando un gol che rimarrà storico, visto che fu l’unica sconfitta inferta alla Roma e rimase indimenticabile. Era un Genoa che aveva un portiere di nome Braglia che parò tutto e in panchina un indimenticabile Scoglio.
Purtroppo il 17 gennaio 2025 all’Olimpico non c’era Aguilera, ma soltanto un ragazzino di nome Lorenzo Venturino, simpatico, anche bravo ma certamente per ora soltanto una speranza.
Dopo questa sconfitta, non cambia molto dal punto di vista tecnico perché la squadra ha dimostrato di avere, nonostante quattro ragazzini millenials, anche una buona struttura e quindi di non soffrire molto certe mancanze.
Tuttavia la verità è un’altra e questa battuta d’arresto ha fatto sì che i nodi stiano venendo al pettine: i nodi si chiamano “infortuni”. Non è più un problema normale che capita a tutte le squadre, perché il campionato è lungo e difficile. Purtroppo è un problema strutturale del Genoa e dell suo gruppo. Non è possibile perdere un uomo ad ogni partita e non vederlo più almeno per un mese.
In infermeria ci sono nove giocatori e non è ancora possibile utilizzarli appieno. Non solo: l’altro inconveniente è che questi incidenti muscolari non capitano solo una volta per un giocatore, ma si ripetono più volte, così da non riuscire mai ad avere una formazione compatta, completamente formata da uomini sicuri di poter giocare.
Un esempio: proprio a Roma, al Genoa sono mancati i due “registi” di prim’ordine, Bani per la difesa e Badelj per il centrocampo, oltre naturalmente agli altri infermi. E’ bastato che il povero Vieira riuscisse ad utilizzarne almeno qualcuno (ricordiamo i minuti di Vitinha e quelli di Ekuban) per avere una squadra già più compatta con ottimi risultati (13 punti su 8 gare).
Dunque quello che sembrava un semplice “incidente” di percorso, come capita a tutti, nel Genoa è diventato un’assoluta priorità e dovrà essere seriamente valutata dai dirigenti e dal nuovo presidente Dan Sucu.
Si sa che la società è alla ricerca di qualche buon acquisto: si è cominciato con Otoa, terzino si dice di sicuro valore, ma come ha spiegato il tecnico, un acquisto da investimento.
La classifica, certo, non dovrebbe accusare cali particolari (aspettiamo le altre gare tra oggi e domani), dunque pericoli di discese al momento non ve ne sono, ma l’attenzione sui problemi sollevati deve essere massima, perché così è difficile andare avanti. Pensate se il Genoa contro la Roma avesse avuto a disposizione almeno Vitinha, Messias, Ekuban e Malinovskyi. Che avrebbe fatto? È chiaro che con i “se” non si costruisce nulla, ma questa situazione dovrà far attenzionare i responsabili rossoblù perché, come ben si sa, il calcio come diciamo sempre è un fatto “paranormale” per cui tutto può accadere.
Vittorio Sirianni