Torrente a Gazzetta.it sull’omicidio di Spagna: «Furono i ragazzi della Nord a dirmi cos’era successo»

Era capitano in quel triste giorno di 30: «Tornai a centrocampo per comunicare la notizia a tutti»

Torrente
Vincenzo Torrente (foto di Gubbio Calcio)

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«Noi non sapevamo niente di quanto fosse successo al di fuori dello stadio». Vincenzo Torrente era in campo in quella maledetta domenica 29 gennaio di 30 anni fa, quando Simone Barbaglia, tifoso del Milan, accoltellò al cuore Vincenzo Claudio Spagnolo, per tutti “Spagna”, uccidendolo sul colpo.

Quel giorno al Ferraris era il capitano del Genoa, poiché Signorini era in panchina, che affrontava il Milan. L’ex rossoblù ha proseguito ai microfoni di Gazzetta.it il suo racconto: «Mi accorsi che c’era qualcosa che non andava all’inizio del secondo tempo (Spagnolo era stato ucciso prima della partita, ndr). Uno steward mi si avvicinò dicendo di andare a parlare con i ragazzi della Gradinata Nord. Ci andai senza sapere nulla».

Torrente, prossimo a diventare l’allenatore del Trapani, ha aggiunto: «Furono i tifosi a dirmi che la partita non poteva proseguire perché era morto uno di noi. Rimasi sconvolto. Tornai a centrocampo per comunicare la notizia a tutti. Morire per una partita di calcio: che cosa assurda».

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