(S)Visti da lontano – Obiettivo Genoa: 13-14 punti al giro di boa

La madre di tutte le partite sarà quella con lo Spezia del 9 gennaio, partita assolutamente da vincere per guadagnare punti e scontro diretto contro una delle principali rivali per la salvezza

Federico Santini Genoa Preziosi

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Il Genoa collassa nel derby e anche i tifosi più ottimisti sulla squadra vedono gli inferi della Serie B. La doverosa, solita, premessa è che il Grifone che va in campo è quello di Preziosi e l’eventuale Serie B sarà da ascrivere a lui.

Gli infortuni sono solo un alibi! Il Grifone ha vinto solo 3 partite su 27 incontri interni.

Non può quindi essere sempre e solo un problema del singolo assente o dell’allenatore di turno.

Il problema è che il Genoa – società, squadra, ambiente – è stato raso al suolo dalla precedente gestione.

Ora gli americani si stanno muovendo con una strategia ben precisa: 1) Strutturare la società con un nuovo consiglio d’amministrazione 2) Eleggere un Presidente con ruolo istituzionale, così come avviene nelle grandi società moderne 3) ingaggiare un General Manager operativo 4) rinnovare l’aria tecnica dall’allenatore al medico sociale. I 777 hanno finito venerdì scorso la ristrutturazione societaria. Ora il Genoa ha una società di alto profilo internazionale.

La società potrà ora cercare di confermare la categoria, ben sapendo che si tratta di una impresa disperata.

Negli ultimi 10 anni con 37 punti, tranne che nel 2015-2016, ci è sempre salvati. In alcuni anni anche con meno.

L’obiettivo deve essere quindi raggiungere 37 punti, che significa portare a casa 27 punti nelle prossime 21 partite. I prossimi 2-3 impegni, Lazio, Atalanta, Sassuolo sono proibitivi.

La madre di tutte le partite sarà Genoa-Spezia del 9 gennaio, partita assolutamente da vincere per guadagnare punti e scontro diretto contro una delle principali rivali per la salvezza. La società ha quasi 1 mese per arrivare trasformata, negli uomini, nel gioco e nello spirito a quella partita. Perché in caso di sconfitta i 777 dovrebbero cambiare tattica e iniziare a programmare la serie B.

Del resto in molti pensavano meglio in B che con Preziosi, quindi un anno di purgatorio potrebbe essere una medicina amara ma necessaria. La strategia di lungo periodo degli americani non cambierebbe.

Allenare il Genoa oggi è come gareggiare in formula 1 guidando una Fiat 500. Puoi anche spingere il motore al massimo e fare ostruzionismo, ma al primo mezzo errore ti sorpasseranno tutti in scioltezza.

La squadra è scarsissima di suo, figurarsi se rimaneggiata. Prendiamo l’attacco: un Galabinov, un Lapadula, calciatori che oggi corrono in una media Serie B, sono dei marziani rispetto ai vari Ekuban, Bianchi, Buksa. L’impegno non basta. Serve la qualità.

E questo Genoa qualità non ne ha, al punto da finire sconfitto dalla doppietta di un debuttante. Il Grifone andrà avanti così fino a gennaio, sperando di recuperare qualche elemento per alzare un po’ tasso e sperare di arrivare a 13-14 punti al giro di boa.

Spendiamo una parola anche sui tanti infortuni, che apprendiamo sembrano essere causati da un pessimo campo di allenamento e non da una preparazione errata. In una città che ha un microclima fantastico rispetto a tante altre piazze, questa cosa non è veramente accettabile perché significa che la società (di prima) ha investito poco, niente, e comunque male i soldi nelle attrezzature di allenamento.

Il nostro Presidente Zangrillo e il nuovo general manager Johannes Spor avranno tanto, ma tanto, da lavorare.

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