Il Genoa perde una grandissima occasione contro il Parma che è, insieme al Cagliari, la squadra maggiormente attrezzata per la promozione diretta. Il rammarico non è tanto per la testa della classifica persa, ma perché il Grifone si sarebbe guadagnato un vantaggio negli scontri diretti contro i Crociati.
Il pareggio in extremis del Parma lascia l’amaro in bocca ai tifosi, anche perché sarebbe bastata un po’ di attenzione in più per portare a casa la vittoria.
Alcuni tifosi hanno iniziato a mettere Blessin sul banco degli imputati, evidenziandone alcuni limiti importanti. Altri lo difendono a spada tratta, mettendo in risalto le sviste arbitrali, gli errori dei singoli, la difficoltà del calendario delle prime quattro giornate e la durezza del campionato di Serie B in genere.
La verità sta nel mezzo. Il Genoa finora ha avuto un calendario piuttosto morbido: Venezia e Pisa sono nei bassifondi della classifica e niente hanno a che vedere con le squadre che erano a giugno. Due pareggi interni tra Parma e Benevento, se si vuole vincere il campionato, è comunque poca cosa.
Il Genoa ha un grande limite strutturale: gioca sempre e solo nello stesso modo. Blessin non cambia mai strategia, nemmeno quando dovrebbe rendersi conto che la squadra non riesce a chiudere la partita. L’approccio dei cambi uno a uno non funziona in Serie B, perché ci sono allenatori capaci (come Pecchia) che sanno cambiare pelle alla propria squadra e bisogna rispondere.
Qualcuno ci spieghi perché sabato, al minuto 85, il tecnico non ha tolto una punta per mettere un mediano (che so…Strootman), mettendo in ghiaccio la partita.
Il Genoa è prevedibile. Del resto basta vedere i risultati conseguiti per vedere che il Genoa, Coppa Italia inclusa, ha vinto poche partite e mai con più di un gol di scarto.
Blessin dovrà inventare nuove strategie per sfruttare il potenziale della rosa, altrimenti il Genoa farà sempre una grande fatica a vincere.