Che sia prematuro gridare alla rivoluzione lo dimostra la piccola restaurazione del Genoa. Dal Modena a Ferrara, doppia vittoria senza subire un gol, qualcosa è cambiato: a cominciare dall’atteggiamento di Blessin. Contro la Spal ha scelto la qualità, senza fare distinzioni, deputando il comando dei reparti a quattro califfi che non hanno bisogno di presentazione: Ilsanker (poi Bani) in difesa, Strootman a centrocampo, Aramu e Coda negli ultimi ventidue metri di campo. Un lusso che nessuna squadra del torneo di Serie B può vantare. Affidate le leve agli uomini giusti e superato indenne il primo quarto d’ora d’assestamento, il Genoa ha poi controllato la partita sfoderando un calcio ancora quantitativo, segnatamente nella finalizzazione delle occasioni da rete, ma che ambisce ad assumere una traiettoria evolutiva: la tecnica e la scelta della giocata sono gli elementi imprescindibili per migliorare la gestione della palla.
É come se la sosta delle Nazionali avesse improvvisamente disattivato il pericoloso vortice recessivo che stava trascinando Blessin giù nell’ingorgo, confuso e con un linguaggio del corpo preoccupato: de toto corpore fecerat linguam. Un Grifone meno inchiavardato ai dettami tattici difensivisti e, in compenso, visibilmente più arioso nelle giocate individuali e di squadra è reso possibile da un fuori-categoria del livello di Strootman, calciatore che sarebbe titolare in più di un club di massima serie: l’olandese è un computer, più che una lavatrice, capace di elaborare con velocità i dati delle due fasi di gioco e senza quasi sentire l’affanno della pressione. Semplifica tutto ciò che è complesso sapendo dove e come posizionarsi, migliora chi lo affianca perché recide i rovi posti sulle linee di gioco: badi bene Frendrup a cogliere anche l’aspetto più infinitesimale dello stile di Strootman perché sta svolgendo un master a fianco della cattedra del professore.
La qualità, finalmente emersa, aiuta più della fisicità che, invece, appesantiva il Genoa delle precedenti uscite stagionali. Con maggiore equilibrio nel bilanciamento di tali valori, Blessin ha incrementato la pericolosità offensiva della squadra senza, però, disperderne la solidità che giova a Martinez il quale subisce meno conclusioni e dalla media distanza: ora il tecnico svevo deve confermare e dare continuità alla nuova attitudine. Aramu, a tal fine, è forse il valore aggiunto i cui colpi sono la risposta all’amletico interrogativo legato al perché taluno assista ad una partita di calcio tra professionisti: vedere e rivedere a getto continuo il controllo orientato di controbalzo effettuato con il mancino a venti minuti dal termine. Una giocata estasiante che in pochi sanno fare perché in pochi pensano in anticipo rispetto all’esecuzione. Mai il Genoa di Blessin aveva vinto due partite consecutive in campionato: che sia l’inizio di una lunga serie e non di una rivoluzione.