Standard Liegi nella famiglia 777 Partners: debiti e difficoltà negli ultimi anni

Come il Genoa, anche il club belga ha bisogno di un nuovo volto dirigenziale, strutturale e finanziario

777 Partners Standard Liegi

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Lo Standard Liegi è il terzogenito della famiglia calcistica 777 Partners, intendendo le sole quote maggioritarie, che al pari di Genoa e Vasco da Gama necessita di una profonda rivisitazione sotto almeno tre principali aspetti: dirigenziale, strutturale e finanziario. Pure in Belgio, nel club della città vallonica Ardente ché tenne testa alle mire assolutiste del re borgognone Carlo il Temerario, c’era bisogno di una nuova spinta e di un nuovo gruppo di comando che sapesse guidare lo Standard oltre la crisi economica acuita dalla pandemia. La multinazionale americana ha acquistato da Bruno Venanzi e Alexandre Grosjean non solo il club di Liegi (provvedendo fin da subito a un aumento di capitale di 15 milioni di euro) ma, per una cifra pari a 12 milioni di euro, anche la società immobiliare proprietaria dello stadio Dufrasne, ceduto nel 2020 per scongiurare la mancata iscrizione al campionato belga 2020-2021, che vede come socio di punta il calciatore del Borussia Dortmund Witsel: altri prestiti provengono da Preud’homme e Fellaini.

Da almeno un paio d’anni lo Standard vive senza liquidità di cassa e con un catastrofico livello del costo del lavoro che tra ingaggi lordi e ammortamenti richiama la frase tanto sibillina quanto veritiera pronunciata dal general manager Spors in ambito Genoa che forse non è stata di gradimento all’autore materiale: «Abbiamo ottanta giocatori a libro paga, sono troppi per noi». Intanto 777 Partners ha promesso che una volta raggiunto l’equilibrio di bilancio lo Standard Liegi giocherà ogni anno in Europa e per riuscirci ha già mosso i primi due passi verso il futuro che sarà di collaborazione con gli altri club della rete della holding: esonerare Luka Elsner, il tecnico dell’ultima faticosa salvezza, come cesura rispetto alla precedente gestione e affidare l’amministrazione ad interim a Pierre Locht, giovane avvocato responsabile del settore giovanile, come se Michele Sbravati fosse divenuto il traghettatore tra le due ere della storia genoana.

I Rossi di Liegi possono già programmare la nuova stagione sportiva cercando di ridurre la perdita operativa, che ante-Covid era di 8,75 milioni di euro, e altresì possono pianificare il rifacimento dello stadio sulla Mosa e il quartiere di Sclessin; il Genoa, invece, non deve perdere la Serie A altrimenti il progetto di rinascita, che in formula bruta consiste nel costruire in meglio ciò che è stato demolito, rischia di subire un rallentamento di difficile quantificazione economico-temporale che potrebbe turbare oltremodo la piazza rossoblù. Tuttavia, le società hanno forse posto rimedio alla principale sofferenza che ha falcidiato molti sodalizi storici, come ad esempio i Glasgow Rangers: scongiurare il fallimento garantendo la continuità aziendale nel rispetto di due tifoserie appassionate ed esigenti che hanno bisogno di limpidezza gestionale e di concretezza nella pianificazione del futuro dopo un periodo di forte incertezza.

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