Spors su Younes come segno della comunicazione della nuova proprietà

Il Genoa su un vecchio pallino che Preziosi non è mai riuscito a portare a Genova

Younes Eintracht Francoforte Genoa
Amin Younes in azione (dalla sua pagina Instagram)

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Il cambiamento è nei fatti solo che una parte della tifoseria stenta a credere che il Genoa abbia una dirigenza presente e operativa. Ieri si è tenuta un’importante assemblea dei club di Serie A per decidere, da un lato, il destino della Salernitana e, dall’altro, la conseguente regolarità del campionato che se privato di un partecipante al termine del girone d’andata risulterebbe quantomeno anomalo e mutati nei presupposti iniziali. Presenti all’adunata e al pranzo di Milano tre rappresentanti del Genoa: il presidente Alberto Zangrillo, Andres Blazquez e l’amministratore delegato Zarbano. Non c’era Preziosi, il cosiddetto ministro degli esteri ormai relegato al ruolo minoritario di consigliere in seno al cda della società, che ha bucato il primo appuntamento dopo diciotto anni da patron del Grifone sebbene ciò non escluda che in futuro egli possa agire rappresentando il Genoa in Lega rientrando tale funzione tra le sue nuove prerogative.

Parallelamente all’attività decisionale dell’organo assembleare del calcio, a Francoforte sul Meno è iniziato l’esiziale calciomercato del Genoa con Herr Spors in segreta azione carsica dal momento che i media locali ancora non conoscono la sua metodologia di lavoro. Il general manager del Grifo si è mosso nella bottega preferita, l’amata Bundesliga, avviando i contatti con Amin Younes, il suo agente e l’Eintracht: il libanese di Düsseldorf, scuola Folen del ‘Gladbach al secondo anno di prestito dal Napoli, è un’ala che potrebbe dare struttura al tridente offensivo che mister Shevchenko attuava da ct dell’Ucraina ma che non può ricorrervi con l’attuale organico rossoblù, peraltro ancora menomato dai lungodegenti e decisamente (mal) strutturato per giocare, tuttalpiù, con due punte nel cuore dell’area di rigore e un centrocampo con tre interni e due tornanti. Cambieranno gli uomini, almeno sette in entrata e qualcosa di più in uscita, ma anche il modulo tattico nel contesto di quella che Josh Wander, cofondatore della holding, non ha esitato a definire «rivoluzione».

Ma al di là di ogni plausibile discettazione tecnica o caratteriale su Younes, il primo concreto obiettivo di mercato e non la consueta riffa impazzita di nomi mossi dai procuratori, e della sua situazione fisica poiché da maggio non gioca una partita ufficiale, è emblematico che il Genoa degli uomini di 777 si sia gettato capofitto su un vecchio pallino che Preziosi non è mai riuscito a portare a Genova. Per arrivare a un profilo talentuoso, se non addirittura funambolico quando è in condizione di puntare e saltare l’uomo, ma discontinuo e talvolta fermato dagli infortuni, Spors deve convincere tre parti, nella specie i club (soprattutto la pretesa monetaria del Napoli) e il giocatore che accetterebbe la destinazione genoana per tornare a giocare a calcio lasciando le Adler e l’incompatibilità con Glasner: perfezionare l’arrivo a titolo definitivo di Younes entro Natale, o al massimo pochi giorni dopo, sarebbe un colpo utile alla squadra e altresì alla comunicazione della proprietà ai tifosi. Il cambiamento in casa Genoa è nei fatti.

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