Si è spento Luigi Scarpato, promessa mai sbocciata al Genoa a causa di Meroni

L'attaccante, originario di Angri, arrivò in rossoblù nel 1959, ma giocò solo nelle giovanili: l'allora tecnico Renato Gei gli preferiva l'attaccante proveniente dal Como

Scarpato
Luigi Scarpato (foto dai social dell'Usd Angri)

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É deceduto stamane Luigi Scarpato, ex attaccante del Genoa. O meglio, era stata una promessa mai sbocciata in prima squadra, ma aveva giocato nelle giovanili. Aveva iniziato negli anni ’50 nell’Angri, squadra della sua città natale in provincia di Salerno. Era stato acquistato dal Grifone nel 1959 dopo una serie di successi in tornei giovanili e nelle serie dilettantistiche. Scarpato passò al club rossoblù per una somma molto elevata per l’epoca di 2,2 milioni di lire. «Mi sembrava di aver toccato il cielo – affermò Scarpato in un’intervista ad Angri ’80 – il mio primo contratto da professionista era di 800mila lire al mese, una somma enorme per me che venivo dalla provincia».

Ma poi arrivò la delusione: «Fui inquadrato nelle giovanili del Genoa – proseguì l’ex giocatore angrese – in quanto il mister Gei preferiva i giocatori esperti ai giovani, un grosso problema per me che ambivo ad alti traguardi. Quell’anno arrivarono alla corte rossoblù Gigi Meroni sfortunato attaccante con esperienza nel Como in Serie B, Frignani ala sinistra, Ratti, Barison, Occhetti, Da Pozzo, Firmani, mio amico inseparabile, e infine Bean che contro il Milan non doveva esserci perché infortunato; toccava a me sostituirlo ma Gei, assertore di formazioni esperte, lo portò comunque in panchina, quindi sfumò la speranza dell’esordio nonostante fossi tra i calciatori preferiti e tenuto in costante allarme nella De Martino».

Scarpato passò in seguito al Marsala in Serie C e dopo in prestito al Finale Ligure in quarta serie: poi finì a Settimo Torinese. Sempre ad Angri ’80 confessò: «Non rimpiango nulla del mio passato solo se avessi avuto meno ostacoli e Meroni fosse andato a Torino prima; allora la mia vita calcistica avrebbe preso altre pieghe; ma sono comunque soddisfatto».

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