Shevchenko non ha mai segnato un gol al Genoa

Tra il 1999 e il 2006 quando il fuoriclasse ucraino era al Milan, il Grifone non militava in serie A. Nell'unico confronto, nel 2008, al Ferraris fra il Grifone e il Milan Sheva non segnò

Shevchenko con la maglia del Milan (Foto dalla pagina Instagram di Shevchenko)

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Andriy Shevchenko, milanista dal 1999 al 2006, autore di 127 reti in campionato, secondo bomber della storia rossonera dopo Gunnar Nordhal. Eppure nel suo carniere di queste 127 marcature non figura sorprendentemente il Genoa.

Le ragioni? In quegli anni non c’è mai stato un incontro ravvicinato fra l’ucraino e il grifone. Quest’ultimo infatti stava vivendo gli anni peggiori della sua storia, ha sempre navigato in serie cadetta con una ingiusta puntata in lega pro. Solo nel 2007 il Genoa tornò a riveder le stelle, ma in quell’anno Shevchenko si era accasato al Chelsea. L’anno successivo (stagione 2008-2009) il tecnico rossonero Ancelotti richiese ed ottenne le prestazioni del bomber ucraino. Fu così che il 14 settembre 2008 nella sfida al Ferraris fra Genoa e Milan nella seconda di campionato il Milan schierò all’estrema Shevchenko in un attacco solare con l’ucraino accompagnato da Pirlo, Kakà e Ronaldinho. Fu questa la prima volta che vide Sheva affrontare la sua futura squadra che da oggi allenerà. Si sarebbe trattato di un’effimera circostanza. Quel Genoa, guidato da Milito, giocò forse la più bella partita dell’era Preziosi. Sculli marcò il primo sigillo a fine primo tempo; il Principe (su penalty) sancì il 2-0 finale. L’ucraino, comunque, assistette dalla panchina alle prodezze di Milito, il migliore in campo. A inizio ripresa il tecnico Ancelotti l’aveva sostituito con Marco Borriello, curiosamente il cannoniere rossoblù della stagione precedente. Sheva non era in campo nella gara di ritorno, in quanto tornato nel frattempo al Chelsea.

Adesso, sia pure in vesti diverse, avrà modo di cimentarsi con la squadra che ha affrontato in campo per soli 45 minuti. La speranza è che il suo rapporto col Genoa diventi una costante la più lunga possibile.
Marco Colla 

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