Serie A…lgoritmo, la sconfitta del calcio: l’ennesimo scarica barile

La formula somma in modo aberrante i punti conquistati con i rendimenti casalinghi ed esterni di club

Biraschi Genoa Serie A
Biraschi cade a terra (foto di Genoa CFC Tanopress)

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PT + (MPc x NPc) + (MPt x NPt) Ecco nome e cognome dell’algoritmo che da ieri incombe ufficialmente sulla Serie A, non bastasse già una pandemia mondiale ora nella sua fase carsica. Viene spontaneo chiedersi: questo è calcio? La formula matematica, giova ricordarlo, troverà applicazione solo come conseguenza all’interruzione definitiva del campionato e a fronte dell’impossibilità di stilare verdetti “di campo”, anche attraverso le forche caudine dei play off e play out, non contemplati dal regolamento originale. Dunque, nel caso più nefasto – che nessuno si augura – la redazione della classifica finale sarà demandata a una somma algebrica a tre fattori. Di nuovo: questo è calcio?

Dei tre fattori, due sono astrusi e uno è d’immediata compresione. Partiamo da quest’ultimo: PT sta per punti in classifica. Quelli tesoreggiati dalla squadra al momento dello stop. Non bastano più perché l’algoritmo li cumula con due prodotti. Il primo: MPc x NPc sta per media punti in casa moltiplicata per il numero di partite casalinghe residue (se ne residuano zero, il risultato è zero). Se qualcuno si fosse già perso, questo prodotto pesa in maniera aberrante il rendimento interno in proiezione futura: non è detto che una squadra con, ad esempio, una media punti casalinga di 1,5 mantenga la stessa resa nei successivi due, tre o quattro match perché un conto è ospitare Spal e Brescia, con tutto il rispetto, tutt’altro è avere a che fare con Juventus e Lazio. Il secondo prodotto MPt x NPt applica lo stesso ragionamento ma per le gare in trasferta, non proprio il terreno di caccia prediletto di una retrocedenda.

Non è finita perché questa tripla pesatura dei punti totali e dei rendimenti interni ed esterni appiattisce la classifica, con il rischio che due squadre siano alla pari secondo l’algoritmo. Allora interviene in soccorso la classifica avulsa che bada principalmente ai punti conseguiti negli scontri diretti (al plurale) e, solo in caso di ex aequo, prevarrà la differenza tra le reti segnate e quelle subite negli stessi incontri.

Che ci voglia la calcolatrice per concludere una stagione che rimarrà nella storia come i campionati di guerra è già di per sé grottesco. Che quasi cento giorni di blocco della Serie A siano serviti a partorire come ciambella di salvataggio della stagione una formuletta disarmante è un insulto perché il sopravvenire di una situazione straordinaria e imprevedibile impone responsabilità di scelte altrettanto straordinarie. Non l’ennesimo scarica-barile, stavolta persino verso un’entità astratta come l’algoritmo. Ha perso il calcio. L’unica speranza, per tutti i club, è quella di portare a termine la Serie A senza più interruzioni.

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