Il sindacato Gaia (Gestori Autonomi Italiani Associati) per esempio informa che <<non aderisce ad alcuno sciopero o forma di protesta proposta da altre sigle sindacali. I distributori di carburante aderenti alla nostra Associazione di Categoria – si legge in una nota a firma del presidente Fulvio Bettenzoli – sono e saranno regolarmente in funzione per garantire un servizio essenziale in un momento di grave emergenza per la salute pubblica. E’ fuori discussione che in questo momento i gestori sono in sofferenza, le vendite non coprono nemmeno i costi di gestione, hanno certamente bisogno di aiuto, ma, da persone responsabili, sanno di dare un servizio essenziale nella grave emergenza in atto. Nella speranza che l’emergenza finisca al più presto>>.
Sciopero dei benzinai: da domani niente carburanti in autostrada in tutta Italia
Lo hanno annunciato le tre sigle di categoria Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl) e Figisc/Anisa (Confcommercio). Il Gaia non aderisce all'astensione
I benzinai scipoerano. In un comunicato congiunto, le tre sigle che raggruppano gli esercenti erogatori di carburanti, Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl) e Figisc/Anisa (Confcommercio), hanno annunciato lo stop da domani sera di tutti gli impianti di distribuzione carburanti.
«Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria».
La nota prosegue: «Correremo il rischio dell’impopolarità e dei facili strali lanciati da comode poltrone, ma davvero non abbiamo né voglia, né la forza per spiegare o convincere delle solari ragioni che ci sostengono. Chi volesse approfondire può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio».
Le tre sigle spiegano i motivi dell’astensione dal lavoro: «In un Paese che, malgrado i limiti strutturali e l’assoluta drammaticità della situazione, cerca e spesso trova il modo per far scattare meccanismi di solidarietà, c’è una categoria di persone, oltre 100.000 in tutta Italia, che, senza alcuna menzione, ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone. 100.000 persone che hanno continuato a fare il loro lavoro (ridotto mediamente dell’85%) a rischio della propria incolumità e mettendo in pericolo la propria salute, presidiando fisicamente il territorio, rimanendo dove sono sempre state e dove ogni cittadino di questo Paese è abituato a trovarle ogni giorno, vale a dire in mezzo alla strada. E forse, proprio per questa ragione, queste 100.000 persone risultano essere letteralmente invisibili, presenza data per scontata, indegna persino di quella citazione che di questi tempi non si nega a nessuno. Noi non siamo certo eroi, né angeli custodi. Ma nessuno può pensare di continuare a trattarci da schiavi, né da martiri. Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilità di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non può essere scaricato addosso l’intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilità economiche e rendite, si ostinano ad ignorare».
E’ da sottolineare che alcune sigle sindacali non aderiranno allo sciopero.