Sacrificio tecnico e grande determinazione: così il Genoa può vincere le partite

Chi ha visto il primo tempo davvero mediocre dei Grifoni contro il Venezia, non poteva immaginare una riscossa così piena nella ripresa

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Sofferenza, sofferenza, sofferenza! Poi vittoria, vittoria, vittoria! Così si vincono le partite. Con la grande volontà, il grande sacrificio tecnico, la grande determinazione, tutto ciò che scatta dopo un momento di sciagurata deconcentrazione.
Chi ha visto il primo tempo, davvero allucinante dei Grifoni, non poteva immaginare una riscossa così piena, così ardente, così coraggiosa come s’è verificato nella ripresa.
Certamente ci si chiede, come sia possibile un cambiamento così netto dopo soli 45 minuti di gioco. Ma il calcio è questo, è la bellezza della palla rotonda che fa vivere momenti indimenticabili: e il Genoa e i tifosi li hanno vissuti ieri sera contro il Venezia.
I commenti di questa strana vittoria per 1-0 contro i lagunari saranno sicuramente i più diversi: resta comunque un dato, la vittoria, i tre punti che spingono il Grifone al secondo posto con la Reggina.
Sul versante di un giudizio tecnico le riflessioni possono essere tante. Gilardino alla vigilia aveva avvertito della difficoltà che avrebbe caratterizzata questa gara contro i veneziani. Ed ha avuto ragione.
Si partiva dalla gara di Roma in Coppa Italia e forse anche da Bari per credere che ormai il percorso rossoblù sarebbe stato abbastanza facile. Si pensava che i moduli lasciavano il tempo che trovavano, nel senso che o l’uno oppure l’altro, i giocatori li avrebbero interpretati al meglio.
E così è stato nella ripresa. Aveva ancora detto Gilardino: «Non è un problema di numeri o tattico, ma è fondamentale l’atteggiamento (e diciamo noi, le motivazioni) che i giocatori hanno all’interno del campo».
E così è stato, ma solo nella ripresa. E ancora il tecnico aveva anticipato che il centrocampo del Genoa è molto di palleggio, ai giocatori piace molto quando hanno la palla tra i piedi, ma oltre a questa dote occorreva profondità e ampiezza.
Nel primo tempo si è palleggiato troppo con pericoli clamorosi, che solo la grande prestazione di Martinez ha evitato. Mentre nella ripresa ecco saltare fuori l’ampiezza (con le estreme che sono venute fuori, da Sabelli e fino a Bani) e la profondità, quest’ultima esaltata dal gol di Coda e finalmente si è capito quanto la sua presenza sia indispensabile.
Ovviamente il primo tempo, ripetiamo sciagurato, dovrà essere valutato attentamente da Gilardino: non è possibile giocare in modo così sconclusionato. Ma il tecnico ha dalla sua, per fortuna, una capacità intuitiva nel leggere la gara. I suoi cambi sono stati perfetti: soprattutto mettendo dentro quel Coda che finalmente è tornato a segnare. Siamo alla prima di ritorno e dicono le statistiche che anche in quei due anni da 20 gol realizzati, il centravanti aveva iniziato a segnare alla fine di dicembre. Buon segno davvero…
Vittorio Sirianni

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