Road to Challenge Cup: il Genoa si riconferma campione d’Italia nel 1899

Il racconto del trionfo rossoblù nel campionato di 123 anni fa


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Il Genoa si conferma campione d’Italia sconfiggendo in rimonta l’International Torino per 3-1

Genova, 16 aprile 1899 – C’era giustificata attesa tra gli sportivi per la Finalissima del Campionato Italiano di Football, che replicava, con inversione della sede, quella tra le due squadre – Genoa ed International Torino – che si erano affrontate l’8 maggio dell’anno scorso a nel capoluogo del Piemonte in un incontro vinto 2-1 dopo i tempi supplementari dalla compagine ligure, che aveva avuto così l’onore di iscrivere per prima il suo nome nell’Albo d’Oro.
Molte sono le cose mutate in undici mesi tra le fila dei campioni d’Italia, che non indossano più i camiciotti bianchi, ma quelli biancoazzurri «a striscioni», hanno inserito nella ragione sociale del loro club la parola Football al posto di Athletic e oggi hanno fatto il loro esordio ufficiale assoluto davanti al pubblico genovese, giacché tra Pasqua e Pasquetta, una ventina di giorni fa, l’incontro di Semifinale contro il Football Club Ligure di Sampierdarena non si è disputato per il forfait dichiarato dalla compagine del comune alla periferia occidentale della «Superba». I cambiamenti non si sono certamente fermati ai soprammenzionati aspetti, visto che rispetto alla formazione protocampione nel 1898 c’erano cinque new entries (il non ancora diciassettenne mediano sinistro Enrico Pasteur II, fratello minore di Edoardo, le ali destra Howard Passadoro – nel fatidico 8 maggio dell’anno scorso a Torino… ma per partecipare con la sua barca Zig-Zag a una gara di canotaggio! – e sinistra John William Agar e le mezzali destra Arkless e sinistra Ètienne Deteindre) e a tre giocatori era stata modificata la posizione in campo (Fausto Ghigliotti da mediano sinistro a portiere, Pasteur I da centromediano a mediano destro e Norman Victor Leaver, realizzatore della segnatura decisiva per la conquista del primo campionato, da ala destra a centromediano).
Anche oggi il Genoa, che si è trovato per la prima volta nella sua storia in svantaggio nel corso di un incontro ufficiale, ha dovuto mettere in mostra tutta la sua tempra per avere la meglio sugli avversari, che nel primo tempo avevano avuto il vantaggio di giocare con il vento alle spalle, l’abilità di sfruttare un’incertezza della difesa dei padroni di casa con una segnatura del centrattacco elvetico Albert Weber sugli sviluppi di una rimessa laterale e la fortuna di vedere il centravanti genoano Henri Arthur Dapples – l’unico «sopravvissuto» dei cinque della linea d’attacco della squadra protocampione – tirare sopra la traversa un calcio di rigore. I sostenitori del Genoa, che alle Gavette hanno seguito l’incontro seduti su sedie poste oltre le linee laterali, visto che non era stata concessa l’agibilità alla tribuna in legno, confidavano che nella ripresa i loro giocatori avrebbero, complice il vento a favore, rimontato lo svantaggio e così è stato (nel giro di pochi minuti la porta degli ospiti è stata violata tre volte), ma prima di vivere quegli esaltanti momenti hanno dovuto assistere a grandi parate del portiere dei torinesi, l’inglese George Beaton.
Tra due domeniche al Velodromo “Umberto I” di Torino i migliori calciatori visti in campo
oggi sfideranno una selezione elvetica: in Svizzera il football è partito prima che in Italia e,
quindi, il risultato, anche se sarà sfavorevole, dovrà essere messo in secondo piano rispetto
all’importante passo che potrà essere compiuto grazie a quel confronto nel processo di crescita di una pratica sportiva che sta vivendo le sue prime fasi agonistiche nel nostro Paese.
Stefano Massa

La fotografia, che è molto probabilmente la più antica del calcio italiano con un’azione di gioco, mostra un calcio di rigore battuto dal genoano Dapples. Si ha ragione, ma non certezza, di ritenere che il tiro non sia di prova (il portiere è quello della squadra avversaria e si vedono giocatori dei entrambe le squadre che seguono l’esecuzione, di cui non c’è alcuna descrizione sui giornali dell’epoca), bensì effettuato durante la partita (nel primo tempo, durante il quale il Genoa non realizzò alcuna segnatura, visto che il vento di tramontana soffiava verso l’altra porta) e che il pallone sia passato sopra la traversa.

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