Ritorno al passato, le ultime corse salvezza del Genoa

La retrocessione evitata nel 2011/12 e nel 2012/13


[tps_title]2012/2013[/tps_title]
L’anno dopo, il 2012/13 fu se possibile peggio. Fu concesso un premio a De Canio per la salvezza acquisita l’anno prima. Rivoluzionata la rosa in una torbida estate che poterà in dose il famigerato caso Julián Velázquez, oltre al desaparecido difensore arrivarono in pochi: la priorità fu di snellire la rosa. Ferronetti e Canini in difesa, Tozser e Anselmo, Bertolacci e Vargas a centrocampo, davanti Borriello, Immobile e Melazzi. In inverno, sarà ancora peggio: scorta d’esperienza con Matuzalém, il ritorno di Floro Flores, Pisano, Manfredini, Nadarevic, Olivera, Cassani, Portanova e Rigoni. Sembra la lista della spesa, fatta in fretta e furia. E in effetti è un po’ così. Bisognava salvarsi, il Grifo dopo la 19° giornata era traballante nella diciassettesima slot. Abbiamo esordito con un 2-0 al Cagliari, poi siamo crollati alla distanza. Tra le pochissime gioie, le 12 reti di Marco Borriello (tra cui quella all’Olimpico contro la Lazio). Una striscia di nove partite senza vittorie e con 2-4 sul groppone (Roma e Napoli, entrambe banchettanti al Ferraris) arrivò a minare la permanenza in A. Il ko contro i capitolini costò la panchina a De Canio, dentro Delneri. Contro l’Atalanta, dopo il derby sonoramente perso 3-1 (quello dell’autogol di Bovo, già) bastò Bertolacci. Crollammo di nuovo, altro 2-4 al Ferraris contro il Chievo (ma segnò l’esordiente Said!), poi Abbruscato e Vukusic ci fecero seriamente temer il peggio dopo il 2-0 di Pescara. Partì una risalita: pari con Toro e Inter, una doppietta di Borriello abbatté il Bologna. Di nuovo crisi. Esonero di Delneri, spazio a Ballardini e match contro la Juve a Torino. Carneficina? Macchè, finì 1-1.
Davide Ballardini durante Genoa-Pescara 4-1 5 maggio 2013 al Ferraris. (Foto Gabriele Maltinti/Getty Images)
Davide Ballardini durante Genoa-Pescara 4-1 5 maggio 2013 al Ferraris. (Foto Gabriele Maltinti/Getty Images)
Da lì in poi, discontinui ma emozionanti. Orribili, ma talvolta superefficaci. Abbiamo conquistato così la salvezza. Dopo il magico 3-2 sulla Lazio con colpo di testa di Marco Rigoni al minuto 95′ (su schema Stoke e rimessa battuta da Moretti, prima dell’ex Novara erano andati a segno Borriello e Bertolacci), qualche pari e la vittoria col Parma grazie a Kucka. Sconfitta, pareggio, sconfitta, derby. Quello di Matuzalém, non serve aggiungere altro. Finale intensissimo: grazie a Floro Flores arrivò un pari con l’Atalanta, a Borriello dobbiamo la vittoria esterna sul Chievo. Il 5 maggio 2013, Genoa-Pescara finisce 4-1 ed è la domenica perfetta: le rivali perdono tutte, il Grifo convince (doppietta di Floro, poi Bertolacci e Borriello) e reagisce al gol dell’ex Sculli. Seguiranno tre pari, tre 0-0, finalmente un po’ di calma meritata. Ma vi ricordo che tutto il girone di ritorno l’abbiam passato a cercare disperatamente di non affogare, tra quart’ultimo e terz’ultimo posto. E comunque, col 3-5-1-1 del Balla arrivammo a 38 punti, il margine era di +6 dal Palermo retrocesso, al pari di Siena e Pescara. Indovinate un po’ chi c’era stato quella stagione, sia pure per poco, in panca nei rosanero? Gasperini. E in campo? Mauro Boselli…
Matteo Albanese
Gian Piero Gasperini con la maglia del Palermo torna da ex del Genoa il 6 ottobre 2012 (Foto Tullio M. Puglia/Getty Images)
Gian Piero Gasperini con la maglia del Palermo torna da ex del Genoa il 6 ottobre 2012 (Foto Tullio M. Puglia/Getty Images)
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