Ritornano i problemi antichi del Genoa: “pareggite” e gol col contagocce

Contro il Brescia un solo gol, 4-5 occasioni sprecate nel primo tempo, ripresa davvero mediocre. Blessin dovrà risolvere in fretta questi problemi per proseguire il cammino verso la serie A

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Ieri, uscendo dallo stadio, alcuni simpatici tifosi sostenevano che il Genoa dovrebbe farsi squalificare il campo e andare a giocare sempre in trasferta. E gli stessi 777 dovrebbero fare attenzione a voler comprare e rifare lo stadio…
Scherzi a parte, questo ennesimo pareggio casalingo fa pensare a qualche “malocchio”: ricordate la Villa, a fianco dello stadio, dove sembrava vivesse un fantasma rompiscatole?
Cinque partite casalinghe, quattro pareggi e una sola vittoria. In verità lo stesso Blessin, al termine dello scorso campionato si era abbonato ai pareggi consecutivi. Un vizio di “fabbrica”? Non scherziamo, per carità. Ma il Genoa, contro un modesto Brescia, proprio non doveva fare questo scherzetto ai 25mila tifosi sugli spalti.
Sia chiaro, il calcio è imprevedibile, ogni partita è un fenomeno quasi “paranormale”, può accadere qualsiasi tipo di imprevisto. Non si può, insomma, sempre vincere.
Il punto, vista anche la classifica (secondo posto con due soli punti di distacco dalla classifica), ci sta, eccome. Il problema però è abbastanza serio per alcune situazioni tecniche che sono emerse dalla gara.

Jagiello Genoa
Jagiello dopo il gol (foto di Genoa CFC Tanopress)

Ancora una volta il reparto offensivo ha stentato e molto: nella ripresa per ben 35 minuti non si è visto un tiro in porta. Cosa manca per permettere alle punte di far gol? Nel primo tempo almeno 4-5 grandi occasioni sono capitate, tutte purtroppo andate in fumo.
E poi è mai possibile che non si riesca a insistere con i tiri da fuori area? Perché Blessin insiste sulla “densità centrale” dell’azione che porta solo alla confusione, dovuta al fatto di voler insistere su strettissime triangolazioni che basta una sola gamba dell’avversario per interrompere l’azione offensiva. Guarda caso l’unico tiro dalla distanza lo ha scagliato Jagiello ed è arrivato il gol. E ancora: come com’è possibile che non si riesca a giocare sulle fasce, con traversoni efficaci a favore delle punte? E’ mai possibile che su palle inattive la difesa rossoblù soffra enormemente, mentre dai corner genoani non si innalza mai un giocatore a colpire di testa e a insaccare il pallone nella porta avversaria?
La partita col Brescia ha messo in luce una serie di problemi che ora Blessin dovrà affrontare. Sia chiaro: è emerso dalla gara il solito coraggio, la voglia di fare (purtroppo senza risultati) e la fortuna di avere un portiere come Semper che ha letteralmente tirato fuori dalla sua porta un pallone di Bianchi (strano, un ex giocatore del Genoa) da grandissimo campione.
Ora il Grifone si recherà a Reggio Calabria e poi in casa col Como. Nulla è ovviamente perduto, anzi, agli errori ancora esistenti si devono trovare i rimedi e sfatare i “fantasmi” del Ferraris. Lo ha capito anche il politico Paolo Zangrillo, Ministro della Pubblica Amministrazione. Speriamo possa dare un “imput” anche all’”amministrazione tecnica di Blessin…
Vittorio Sirianni

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