Radu, la piccola indecisione nel derby non fermerà la sua crescita

Rispetto alle prime uscite ufficiali, però, il romeno è più sicuro nelle parate basse e sembra più a suo agio nei panni di n.1 del Grifone, un ruolo di assoluta responsabilità

Radu
Radu saluta la Nord (foto di Genoa CFC Tanopress)

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I portieri come Radu e Audero stanno in porta per parare. Altrimenti non si chiamerebbero così. Audero è stato il migliore nel derby e quando tale riconoscimento è tributato a un portiere significa che la squadra che rappresenta è stata la peggiore in campo. L’estremo difensore di scuola Juventus ha salvato il risultato con un intervento prodigioso su Christian Kouamé. Potenza, spinta delle gambe, allungo della spalla e mano messa nel modo giusto. C’è tutto in questa parata che per importanza e provvidenzialità ha ricordato l’intervento di Braglia, di piede, su Beppe Dossena nel derby di Branco del 1990.

Radu, invece, è stato chiamato in causa solo nel gol di Quagliarella dove poteva fare qualcosa di più. Innanzitutto avanzare un metro e urlare alla difesa rossoblù di stare alti o quantomeno pressare i portatori avversari che si sono scambiati la palla almeno tre volte prima di liberare Ramirez al cross. Radu deve migliorare nelle uscite frontali alte. La differenza tra il romeno del Genoa ed Emil Audero la sta facendo l’anno in Serie B completamente disputato dal secondo, altrimenti i valori in porta non sono così distanti.

Radu sta crescendo e al momento si trova in uno stadio evolutivo intermedio. Non è più un ragazzino appena uscito dal settore giovanile, non è ancora un calciatore definitivo, con un sufficiente bagaglio d’esperienza. Rispetto alle prime uscite ufficiali, però, il romeno è più sicuro nelle parate basse e sembra più a suo agio nei panni di n.1 del Grifone, un ruolo di assoluta responsabilità. Quattro mesi di formazione professionale, alias tirocinio o praticantato, possono bastare per consolidare la posizione nelle gerarchie? Forse no, ma è fuori dubbio che in tale periodo la vita di Andrei Radu stia radicalmente cambiando, con una decisa accelerazione verso il futuro. Lui è il successore di Perin, mica l’erede.

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