Ivan Radovanovic ha conosciuto il dolore, per dirla alla Vecchioni. «Domenica ricorrevano i vent’anni dallo scoppio della guerra del Kosovo. A Belgrado i raid colpivano di notte, scappavamo in cantina non appena iniziavano a suonare le sirene» racconta il serbo a La Gazzetta dello Sport.
Una nuova pagina professionale al Genoa: «Ci sono giovani interessanti e di personalità. Assieme a Zukanovic, Veloso, Criscito e Pandev cerchiamo di farli crescere con equilbrio».