Quattro punti in due partite risollevano il morale, ma nel Genoa resta ancora tanto da fare

Il cuore e la forza della disperazione hanno consentito alla squadra di Gilardino di raggiungere il pari col Como: ma la prestazione non è stata assolutamente soddisfacente

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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È buon segno questo pareggio finale col Como per il Genoa. Significa che forse la cosiddetta sfortuna abbia, speriamo per molto tempo, abbandonato i grifoni.

Quando le cose non vanno bene, v’è sempre qualche circostanza che attenua la disperazione: da questo pareggio nasce la considerazione consolatoria che quattro punti in due partite possono sollevare il morale. E dire che si poteva pareggiare a Parma e vincere col Como, appare davvero come atto consolatorio.

È vero, il Genoa ha giocato male, preso e coinvolto dalle tante indicazioni, alla vigilia, svolte da Gilardino. Riassumendo il pensiero del tecnico: attenzione mi raccomando, sappiate che il palleggio e il possesso del Como sono caratteristiche di Fabregas, bisogna riuscire a contenerlo.

Ma il Genoa non lo ha contenuto ed è finito nella trappola di avversari certamente dotati di palleggio eccellente, ma anche di una velocità che accompagnata al possesso palla, ha stravolto la difesa rossoblù.

D’altra parte, se vai a un esame e conosci già le domande, ma a queste non sai rispondere, la bocciatura è certa.

Per fortuna, negli ultimi 10 minuti sono venute fuori il cuore e la disperazione dei giocatori, che non accettavano la sconfitta, nonostante la brutta prestazione.

Una punta d’orgoglio doveva pur saltare fuori: e così quel Vogliacco, straordinario, nel suo furore calcistico, ha dato quella gran botta che per un attimo, ha fatto credere che la squadra fosse esistita davvero, facendo scomparire l’ombra di quella che, in caso di sconfitta, sarebbe stata una vera umiliazione.

Perché questa partita non è stata come quella di Parma? Nel calcio certe prestazioni non hanno una sola causa: una, mille e centomila direbbe Luigi Pirandello. Dire che il Genoa abbia ancora dei problemi è come sfondare una porta aperta. Tuttavia almeno i risultati positivi servono a portare un po’ di calma e permettere di ragionare meglio sul futuro.

Quindici giorni di sosta, si spera, serviranno a qualcosa: Gilardino, sicuramente sempre più innamorato di questi ragazzi, ma con un amore che come tutti gli amori portano anche alla disperazione, sta cercando di verificare alcune circostanze importanti. Intanto il recupero dei nove infortunati, una vera e propria formazione che potrebbe partecipare ai tornei della Croce Rossa, poi la speranza che la società (colpevole quasi totalmente di questa situazione tecnica) riesca a dargli qualche buon acquisto, ma di quelli che sono pronti ad entrare subito, perché tra Balotelli e Pereiro occorre tempo per recuperarli appieno. E ancora: non si continui a pensare che basti una gara ben giocata per dirsi bravi e certi di non retrocedere.

Solo se si risolveranno queste situazioni, sarà possibile riprendere il cammino con maggiore tranquillità.

Dare giudizi si quest’ultima partita non ha senso (se pensiamo che anche l’arbitro è stato disastroso). Diciamo soltanto che il Genoa aveva già iniziato la “sosta” prima di questa gara. E pensiamo al Cagliari.

Vittorio Sirianni

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