Sino alla decima giornata (nei due gironi) viaggiavano quasi appaiati: 21 punti sia per Alexander Blessin che per il suo successore Alberto Gilardino. Perfetta parità fra gli esiti al novantesimo minuto: 6 vittorie, 3 pareggi ed una sola sconfitta. Poi, il mister dal “violino” ha fatto allungare il passo ai suoi ed il Genoa, al termine della dodicesima di ritorno (vittoria di misura sulla Reggina), ha incamerato 27 punti, contro i 22 conquistati del mister “teutonico” sino alla medesima giornata del girone di andata. Il tutto, ovviamente al lordo del punto di penalizzazione comminato ai rossoblù alla quinta di ritorno.
Andando invece a valutare il numero complessivo di panchine stagionali (15 per Blessin e 16 per Gilardino), emerge come l’allenatore chiamato in causa dalla formazione Primavera abbia una media di gare vinte pari al 68,75%, contro il 40% netto del mister germanico; 25% contro 33,33% la percentuale delle gare pareggiate, nel primo caso da Blessin. Con una sola sconfitta per Gilardino, la sua percentuale è del 6,25%, mentre Blessin si era attestato al 26,67%, frutto di quattro gare perse.
In quanto a gol (segnati e subiti), in 15 gare, le formazioni messe in campo da Blessin avevano messo a segno 14 reti e subite 15 (6 e 6 in casa; 8 e 9 in trasferta). Gilardino, invece, in 16 match sinora disputati ha visto i suoi segnare 26 volte (15 all’ombra della Lanterna) per subire solo 4 reti e delle quali nessuna fra le mura amiche del “Luigi Ferraris”.
La proiezione dalla media punti su 38 giornate dice che il trend di Blessin, se mantenuto, avrebbe portato il Grifone a concludere la stagione con 58 punti. Gilardino invece, ipotizzando questo cammino sin da inizio stagione, avrebbe potuto portare il Genoa a conquistare 88 punti finali (su 114 a disposizione).
