Primocanale – Il Genoa di oggi e l’incubo di quello di Corso in B nel ’74

Giovanni Porcella: la squadra allenata da "Sandokan" Silvestri vinse "solo" 4 gare e tornò in B con l'ultimo posto in classifica

Mario Corso con la maglia del Genoa nella stagione 1973-74 (Foto da Wikipedia)

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Nel campionato 1973-74 il Genoa allenato da “Sandokan” Silvestri appena tornato in serie A (mitica volata partita dalla C), in 30 partite, torneo con 16 squadre e 3 retrocesse, vinse “solo” 4 gare e tornò in B con l’ultimo posto in classifica. 48 anni dopo i rossoblù di oggi di partite vinte ne hanno messe in fila appena 2 in 33 gare. Insomma se non ci sarà una riscossa nelle ultime 5 disperate partite, la squadra prima servita come boccone avvelenato da Preziosi, poi passata agli americani di 777 Partners che l’hanno fatta gestire dal manager tedesco Spors e guidata in pochi mesi da ben 3 allenatori, Ballardini, Shevcenko e Blessin, farebbe peggio di quella gestita dal presidente Berrino che pure portò in quel Grifone Mariolino Corso, ormai a fine carriera, che in campionato segnò solo 3 gol, altri tre in Coppa Italia.

Blessin Genoa verona
La grinta di mister Blessin (foto di Genoa CFC Tanopress)

Meglio di lui fece Sidio Corradi che mise in rete 5 palloni in A. Come nel presente pure in quella stagione lì c’era il problema del gol. Anche quel Genoa parti’ con tanto entusiasmo, non per la proprietà (peraltro Berrino grande genoano), ma per il ritorno, dopo 11 anni, tra le grandi dello storico club rossoblù. Lo 0-0 all’esordio con l’Inter a San Siro con 20000 genoani in trasferta e qualche altro interessante risultato, ma poco alla volta Simoni e compagni scivolarono fino alla caduta. Bittolo, Perotti, Maselli, Della Bianchina, Spalazzi e altri idoli di allora non evitarono la retrocessione. E se ingenerosamente si va anche a ritroso nel campionato di A del 1960 anche allora il Genoa vinse quantomeno 4 volte. Ora c’è chi sta facendo molto peggio: da Sirigu, a Maksimovic, da Yeboah a Ekuban, sono tanti, quasi tutti, che stanno faticando. Cagliari e il derby per evitare il confronto disastroso con un Genoa di allora senza risorse che lottò quasi fino alla fine.

Ora serve salvare intanto la dignità e provarci comunque fino a quando c’è un barlume di speranza, anche se razionalmente l’obiettivo era e resta difficile da raggiungere. Infatti si invoca ormai da qualunque parte al miracolo. Ai tifosi rossoblù andrà data almeno qualche soddisfazione, qualche prova d’orgoglio dopo la pazienza, e la comprensione data a tutti gli attori di sto campionato. Ma è vero che ora c’è una holding che garantisce soldi freschi. E nel malaugurato caso che il Genoa dovesse andare in B, la immediata risalita ai genoani pare una certezza proprio come le promesse fatte 5 mesi fa dal presidente Zangrillo e dagli americani. Insomma un incidente di percorso nel rilancio europeo del vecchio Grifo. Se poi almeno non si facesse peggio di 48 anni fa sarebbe già qualcosa, giusto per non scrivere una brutta pagina di storia.

Giovanni Porcella – Tratto da Primocanale.it

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