Preziosi: “Non possiamo perdere punti perché un arbitro si rifiuta di fare il suo dovere”

Il presidente del Genoa a Radio 1 Rai: "E' stato detto anche da Nicchi che bisognava consultare la Var negli episodi di un certo tipo. L'arbitro si è rifiutato e allora mi deve spiegare il perché"

Preziosi Genoa
Il presidente Enrico Preziosi (foto di Genoa CFC Tanopress)

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“Non mi parlate di percentuali. A me interessa che ieri abbiamo perso una partita che potevamo vincere”. E’ un fiume in piena Enrico Preziosi ai microfoni di “Radio Anch’io sport” su Radio 1 Rai: al presidente del Genoa non va proprio giù la sconfitta di ieri contro la Roma a causa del rigore non concesso da Di Bello per il fallo netto di Florenzi su Pandevn el recupero. “Al di là dei nostri valori e le nostre capacità di stare in campo, noi non possiamo perdere punti perché un arbitro si rifiuta di fare il suo dovere” aggiunge. Il presidente ci tiene a sottolineare un aspetto: “E’ stato detto anche da Nicchi che bisognava consultare la Var negli episodi di un certo tipo. L’arbitro si è rifiutato e allora mi deve spiegare il perché”.

Per Preziosi “la Var non è un problema: il problema è come la si utilizza e chi la utilizza. Se è nata per evitare sviste in episodi clamorosi e per garantire la regolarità delle gare, beh, se si continua a far decidere agli occhi umani questi episodi, allora non cambia nulla e non è di nessun aiuto”. Non è accettabile l’uso con due pesi e due misure della tecnologia in campo: “Abbiamo visto che sul gol convalidato dall’arbitro – afferma Preziosi – sono stati impiegati quattro minuti per andare a cercare la scarpa con un centimetro in più di un nostro giocatore (NDR: Piatek), annullandoci il gol, e mi chiedo se a parte invertite sarebbe stata la stessa cosa, e invece su un episodio così clamoroso, ed evidente a tutti, l’arbitro si è rifiutato di andare a consultare la Var e la stessa Var non interviene”. Preziosi conclude. “Il sistema è malato e sbagliato: non voglio alimentare la cultura del sospetto e dei complotti, ma quando succedono queste cose è automatico chiedersi il perché e vengono tanti pensieri, questa è la verità”.

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