Il Foglio: Preziosi, Genova, l’Italia ridotta a un museo e l’assurdo neostatalismo

"Il Genoa? É stato un peccato di vanità, tornassi indietro non lo rifarei. Di buono ho solo imparato ad apprezzare i genovesi" spiega il patron rossoblù

Preziosi
Gabriel Silva (Getty Images)

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Enrico Preziosi ha rilasciato un’intervista a Il Foglio. Primo tema, naturalmente, il Genoa: «É stato un peccato di vanità, tornassi indietro non lo rifarei più. Il calcio regala solo grattacapi, in compenso ho imparato ad apprezzare i genovesi». Poi la tragedia del Ponte Morandi: «Non sopporto le cerimonie pompose, ai funerali di Stato è montato un clima da stadio del tutto inappropriato. Porto nel mio cuore lo sguardo di un bambino che ha perso suo padre nel crollo del ponte».

«L’Italia è un museo a cielo aperto, le infrastrutture sono di cinquanta anni fa. Non si costruisce più nulla. Oggi prevale un pessimismo che fa rima con fatalismo: del resto, piangersi addosso è più facile che faticare» conclude Preziosi.

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