Prestazione mediocre del Genoa: speriamo sia solo un incidente di percorso

Male soprattutto il primo tempo: si è perso il senso del gioco. Restano comunque il pareggio con l’Empoli e i 31 punti raggiunti da Vieira, con la salvezza a portata di mano

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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È stato un bel regalo del simpatico e bravo portiere empolese Silvestri a dare al Genoa un pareggio impensabile per come si stava svolgendo la partita.
D’altra il calcio, si sa, è un fenomeno “paranormale” per cui offre spesso situazioni fantascientifiche che pochi riescono a comprendere.
Il Genoa, dal canto suo, ha regalato parecchi punti in passato, assumendone le sue responsabilità, per cui ricevere qualche volta (in verità molto poche) un “pensiero gentile” dagli avversari fa molto piacere.
La gara con l’Empoli, inutile dirlo, è stata brutta, giocata male dal Genoa, malissimo soprattutto nel primo tempo, ma anche in buona parte del secondo.
Non si sa bene cosa stia succedendo alla squadra in certi momenti: si perde il senso del gioco, si commettono quei famosi “dettagli” di cui parla spesso Vieira e, per fortuna, che il sistema difensivo riesce sempre a reggere.
Va detto che l’Empoli, spinto sia dalla sua pessima posizione di classifica e forse anche dalla carica psicologica data dalla vittoria in Coppa Italia con la Juventus, ha disputato un’ottima partita e se avesse vinto non ci sarebbe stato nulla da ridire.
La squadra toscana ha pressato, con grande attenzione, i rossoblù dall’inizio alla fine (o quasi) non permettendo loro di uscire dalla loro metà campo e di ricreare ripartenze o occasioni offensive felici.
Confusione, una certa disorganizzazione generale e solo nell’ultima parte della gara, con una ritrovata vena d’orgoglio e di determinazione, si è riusciti a costringere alla difesa i toscani e a batterli grazie al loro “regalo”. In verità qualche occasione era capitata ai rossoblù, come quella a Cornet che (come l’altra volta) ha perso una palla-gol molto interessante.
Mentre l’Empoli ha offerto una vera prestazione, al Genoa questa prestazione è mancata. Altre volte si diceva il contrario, c’era stata la prestazione, ma non il risultato.
Ovviamente questa partita negativa va valutata a sé stante, come una specie di incidente di percorso e non si deve pensare che questo sia il vero Genoa di Vieira. Sarà importante che fra i tifosi non inizi la solita litania di contestazioni e che i soliti che pensano al ritorno di Gasperini non tornino a riaffacciarsi alla finestra dei rompiscatole.
Vieira ha spiegato che sicuramente qualcosa non ha funzionato, che sulle palle piazzate bisognerà rivedere e studiare meglio, che è mancato il possesso palla che è caratteristica della squadra e che, infine, «il Genoa non ha fatto ancora niente».
In verità la valutazione a 10 giornate dalla fine, sembra invece di ottimo livello: nove punti dalla terzultima (Empoli), due partite (Cagliari fuori e Lecce in casa) affrontabili con la dovuta attenzione ma senza ansie. E 31 punti sono un malloppo di grande spessore. In sostanza, Vieira ha tutta la stima e la fiducia che merita anche se qualche brutto momento nel calcio può sempre capitare.
È comunque un fatto positivo che questo pareggio valga come una vittoria. Poi si possono contestare mille dettagli: Pinamonti troppo da solo, massacrato da uno e a volte da due avversari, centrocampo senza spinte offensive, Messias forse troppo ballerino da un lato all’altro dell’impostazione tattica e la posizione di Miretti ancora incerta.
Rimangono i 31 punti, la salvezza quasi certa, l’imminente recupero di Badelj, Malinovskyi, Vitinha e un po’ più in là di Thorsby: brutta assenza quella del centrocampista norvegese.
Vittorio Sirianni

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