Prandelli: «Senza panchina ma con dignità, così faccio l’olivicoltore»

«Non ho mai avuto e non ho tutt’ora un agente che mi rappresenta» spiega l'ex ct

Prandelli
Cesare Prandelli (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Cesare Prandelli non è uscito dal grande calcio. Si trova solo momentaneamente fuori per una semplice ragione: «Non ho mai avuto e non ho tutt’ora un agente che mi rappresenta. Nel calcio odierno se nessuno provvede a pubblicizzarti non vai da nessuna parte. E di sicuro io non mi metto ad andare in giro bussando alle porte. Una questione di dignità e di correttezza verso tanti colleghi».

In un’intervista rilasciata a calciomercato.com l’ex ct spiega: «Il Genoa? Un colpo di fortuna. Mentre allenavo in Qatar conobbi un avvocato milanese che collaborava con Preziosi: mi fece avere un appuntamento a Genova col presidente. Così trovammo l’accordo. Da allora più nulla: probabilmente essere stato commissario tecnico della Nazionale mi ha estromesso dal giro dei club. Esattamente come accadde a Claudio Gentile dopo aver allenato l’Under 21».

La nuova vita di mister Prandelli è in campagna: «Sono molto felice in questo momento della mia vita. Quando non sono Brescia, dove ho ancora mia mamma, “alleno” gli ulivi della mia fattoria fuori Firenze. Produco olio, è un lavoro serio e impegnativo. Forse preferisco il silenzio della campagna e i profumi della terra al frastuono degli stadi. Allenare mi piace ancora, specialmente i ragazzini, ma leggo solo distrattamente di sport».

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