Prandelli e l’eredità di Ballardini da gestire

Le plurime lungaggini burocratiche del calciomercato hanno consegnato solo Sanabria e Sturaro al Grifone

Prandelli
Mister Prandelli (foto di Genoa CFC Tanopress)

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D’ora in avanti Cesare Prandelli è chiamato a gestire l’eredità di Ballardini. Un lascito importante, quello del tecnico di Ravenna, riscontrabile negli scontri diretti a favore del Genoa contro le sue inseguitrici in classifica. Ballardini le ha battute pressoché tutte: dal Bologna al Chievo passando per il Frosinone. Anche l’Empoli, alla prima uscita di campionato, dodici giorni dopo la tragedia di Ponte Morandi. Prandelli deve quindi fare punti o quantomeno non rovinare l’importante lavoro effettuato tra agosto e settembre, quando il Grifone aveva una media punti da zona Europa.

Un girone dopo gli equilibri in casa rossoblù sono cambiati, in peggio. Il mister bresciano confida nella disponibilità della squadra, i tifosi sperano anche nella sua esperienza e serenità. A Empoli il primo crash test del ritorno, contro una squadra assetata di punti. C’è in palio qualcosa di più dei meri tre punti, i quali servirebbero a entrambe le formazioni. In gioco c’è lo scollinamento verso la salvezza, la fine della salita e l’inizio della discesa verso il principale obiettivo stagionale. Empoli-Genoa non è un banale scontro diretto: è la cartina tornasole delle prossime tre – se non quattro – settimane a venire.

Dispiace che le plurime lungaggini burocratiche del calciomercato (i transfert e timbrature varie) abbiano consegnato solamente Sanabria e Sturaro a Prandelli. All’appelo mancano l’ungherese Schäfer e il serbo Radovanovic, atteso in mattinata al Baluardo. E pure quell’Ehizibue redento sulla via di Bolzaneto. Opzioni e variabili in meno per l’allenatore del Genoa, costretto a fronteggiare persino l’ostruzionismo divino. Che si somma al delicato compito di scappare in classifica e abbandonare il pericoloso gorgo retrocessione. Senza lasciare punti per strada, a cominciare dal Castellani. Prandelli, lavoratore proveniente dalla terra del «mola mai», quindi del tenere duro soprattutto nelle asperità, deve gestire l’eredità di Ballardini. Senza disperderla altrimenti i giochi si complicano davvero.

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