Portanova, depositate le motivazioni della sentenza di condanna in primo grado

Il giudice di prime cure di Siena: «La vittima manifestò la propria volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo»

Portanova Genoa
Il tocco di palla di Portanova (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di condanna per violenza sessuale di gruppo (primo grado, rito abbreviato) riguardante Manolo Portanova, che all’accadimento dei fatti nel maggio 2021 non era tesserato per il Genoa, e altri tre soggetti. «Il fatto ha visto il coinvolgimento di quattro persone, tra cui un minore, è durato tra i 40 e i 60 minuti, i rapporti sessuali sono stati ripetuti e in alcuni momenti contemporanei, la ragazza è stata colpita con schiaffi, ha riportato lesioni in termini di malattia organica e psichica … [essa] manifestò la propria volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con i quattro ragazzi [volontà espressa] in modo ripetuto e inequivocabile […] il suo dissenso è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto» scrive il giudice Ilaria Cornetti.

Il giudice di prime cure di Siena aggiunge: «Appena altri due sono entrati nella stanza [la vittima] si è bloccata, ha cercato di capire cosa stesse succedendo, ha chiesto e chiesto ancora che se ne andassero fino a quando» non è avvenuta l’aggressione, con uno dei quattro che l’ha trattenuta «con le proprie braccia». A quel punto la ragazza ha «tentato di muoversi per sottrarsi, ha chiesto dell’acqua, ha finto di stare male, ha domandato che chiamassero la sua amica, ha colpito Portanova sulla pancia dove si era appena fatto l’ultimo tatuaggio, infine ha rinunciato a reagire e passivamente, come un automa, ha fatto quello che le è stato chiesto di fare ed ha subito quanto i ragazzi hanno posto in essere».

Sulla particolare posizione giudiziale di Portanova, il giudice spiega come «abbia fatto finta di difendere [la vittima] dall’arrivo dei suoi tre amici per il rapporto sessuale di gruppo dicendogli sì di uscire dalla stanza, ma facendolo ridendo. Tanto che poi si è unito a loro nello stupro». L’avvocato che difende Portanova, Gabriele Bordoni, ha annunciato ricorso al tribunale di Firenze, puntando a far rientrare nel dibattimento «tutti gli elementi che abbiamo portato in giudizio, e che secondo noi dimostrano l’innocenza di Manolo», ma che nel processo di primo grado «non sono stati presi in considerazione dal giudice. Nella sentenza non vi è alcuna traccia».

Manolo Portanova scrive sui social: «Ho superato tante difficoltà nella mia vita ma mai mi sarei aspettato di dover affrontare un periodo come questo. Sento e leggo una storia che non conosco, che non si avvicina lontanamente alla realtà e mi chiedo ogni giorno perché è successo a me. Presto ci sarà modo di dire la mia versione con PROVE e non con ipotesi. Con la mia famiglia, per il mio club, per la mia vita credevo che rimanere in silenzio e dar fiducia alla giustizia fosse la cosa giusta ma adesso purtroppo mi sono reso conto che il silenzio ha presentato un conto troppo salato che non sono disposto a pagare. A presto, vi abbraccio. Manuele Portanova»

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