Piatek, e sono dieci. Lapadula e la porta grande come uno spioncino

Promossi anche Lazovic e Zukanovic, costantemente in avanzamento e con un discreto tocco qualitativo al momento del cross. Un passo indietro per Kouamé, poco incisivo in area

Piatek
Piatek (Foto Genoa cfc Tanopress)

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In quella Regione incantata che è il Trentino-Alto Adige è possibile che un club dilettantesco abbia nel carniere la bellezza di trentasette sponsor attivi. Un bel numero, non c’è che dire, che testimonia la riconoscenza economica verso uno sport non propriamente di tradizione. Tralasciando il contorno, caratterizzato altresì dai sei gol (tre dei quali di Piatek) che il Genoa ha rifilato al Sankt Georgen, è sempre più in rilievo il differenziale tra la squadra che scende in campo nel primo tempo e la formazione della ripresa.

Pure contro il St. Georgen – come contro il Cuneo – ha convinto il primo Grifone, quello con Pereira e Lazovic a centrocampo, Romulo in regia, Piatek, Pandev e Kouamé in attacco. Un Genoa brillante e propositivo nelle idee ha messo a segno cinque gol nella seconda metà di tempo: i primi venti minuti hanno visto infatti una fiera organizzazione dei pusterini, non proprio una squadra di sprovveduti. Nel secondo tempo i rossoblù sono stati padroni della metà campo avversaria, attaccando l’area di rigore con buona frequenza ma sempre con un pò di confusione negli ultimi sedici metri.

Bene, molto bene, Lazovic. Il calcio estivo è come un miraggio in pieno deserto, vero, però il laterale serbo sembra un altro calciatore. Confermata la vena del gol di Piatek, alla decima marcatura di luglio; positiva la partita di Zukanovic, costantemente in avanzamento e con un discreto tocco qualitativo al momento del cross. Un passo indietro per Kouamé. L’ivoriano ha corso molto ma fallito un gol semplice di testa e non è mai apparso incisivo in area di rigore. Una nota a margine per Lapadula che sta vivendo un periodo opposto a Piatek: ce la sta mettendo tutta, i genoani devono dargliene atto. Ma la porta, in questo particolare momento della sua carriera, è diventata piccola come uno spioncino: il problema è solo psicologico.

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