C’è un retroscena abbastanza curioso riportato oggi da “Fuorigioco”, il settimanale de La Gazzetta dello Sport. Il Chievo Verona è stata la prima squadra italiana ad aver messo gli occhi su Kris Piatek. Proprio così, il Pistolero poteva diventare gialloblù. Campedelli lo fece visionare lo scorso dicembre ma il KS Cracovia non voleva perderlo nel mercato di riparazione. Il club polacco rifiutò 5 milioni di euro anche dal Wolfsburg. Piatek non si mosse, prima del blitz di mercato in piena estate di Enrico Preziosi.
Se oggi il Pistolero è un attaccante così preparato buona parte del merito va attribuita a suo papà. Non voleva che il figlio prendesse una cattiva strada, ipotesi non così remota a Niemcza, sobborgo industriale di Dzierzoniow. Così il giovane Krzysztof, dagli otto agli undici anni, era costretto ad alzarsi alle sette del mattino per andare ad allenarsi al campo. Levatacce salutari, insomma.