PIANETAGENOA DOMANDA, MAURIZIO IORIO RISPONDE: «La maglia del Genoa lascia sensazioni particolari»

Ecco le risposte dell'ex rossoblù ai quesiti dei nostri lettori


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Numerose le domande arrivate alla nostra casella di posta e attraverso Facebook in merito alla nuova iniziativa “Pianetagenoa domanda, il campione risponde”. Ad aprire la lunga serie di personaggi che passeranno dal nostro sito è stato Maurizio Iorio che, con la solita cortesia e disponibilità, ha risposto ai cinque quesiti più interessanti selezionati dalla nostra redazione.

Cosa le è rimasto dentro della sua avventura in casacca rossoblù? (Alessandro Piterà – Genova)

«Davvero tanto. Giocare nel Genoa lascia sensazioni particolari e uno dei rimpianti più grandi è stato quello di arrivare a Genova a fine carriera e non nel pieno delle mie condizioni. Questa maglia ti si appiccica subito addosso, così come quella del Torino, e nonostante gli anni passino, non la dimentichi più».

Cosa ha pensato dopo aver segnato il gol contro l’Ajax? (Riccardo Rocca – Genova)

«Ero convinto che il Genoa sarebbe riuscito a passare il turno. Nel corso della ripresa c’era un rigore sacrosanto su di me ma l’arbitro non lo fischiò. Peccato davvero per come è finita quella splendida esperienza in Coppa Uefa».

Ma quell’Ajax era davvero imbattibile? (Alberto Rebora – Sori)

«No, l’Ajax era fortissimo ma noi lo eravamo altrettanto. Purtroppo ci condizionò la sconfitta casalinga e la consapevolezza di dover andare ad Amsterdam a vincere a tutti i costi. In Olanda avremmo meritato molto di più dei nostri avversari ma alla fine, anche complici diversi episodi, la partita si concluse sull’1-1».

Quanto è duro il passaggio da calciatore ad opinionista tv? (Alessia Smiraldi – La Spezia)

«L’attività di opinionista è un semplice hobby. Nella vita io mi occupo di altro e, in particolare, possiedo una società che organizza eventi a livello mondiale, dal beach soccer alla moda, al fitness e a molto altro. Il distacco dal campo è duro e bisogna prepararlo bene, con equilibrio ed intelligenza. Io già durante l’ultima stagione agonistica, ho preparato il terreno per gli anni successivi alla mia carriera sportiva. Vorrei sottolineare che il calcio è uno sport bellissimo ma nella vita esistono molti altri settori altrettanto affascinanti».

Qual è il segreto per diventare un bravo rigorista? (Marcello Tucci – Genova)

«Il rigorista è un giocatore a sè. Non basta essere un grande campione o un attaccante implacabile. Serve molto di più: ad esempio la freddezza dopo il fischio dell’arbitro e la capacità di estraniarsi completamente da ciò che accade intorno per concentrarsi esclusivamente sul pallone da calciare in rete. La tecnica è importante ma non è sufficiente. Anche oggi vedo diversi elementi che vanno sul dischetto ma non hanno la stoffa del rigorista. Un altro aspetto molto importante è che, il calciatore indicato a tirare i penalty non lo indica solo l’allenatore ma anche l’intero spogliatoio».

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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