Perin: «Spinelli un padre. Che gruppo la Primavera di Chiappino»

«Stati Uniti? Tra qualche anno prenderò in considerazione una proposta» spiega il portiere genoano

Perin Spinelli
Mattia Perin e Gianluca Spinelli qualche anno fa... (dal profilo Instagram di Perin)

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Mattia Perin ha preso parte a una lunga diretta sul profilo Instagram di “Evolution Goalkeeping”, l’accademia canadese di Robert Stillo. I due portieri sono stati compagni di squadra nella Primavera del Genoa che vinse tutto con Chiappino.

Punto di partenza l’approdo nel settore giovanile del Genoa: «Ho lasciato Latina a tredici anni per andare alla Pistoiese. Ho fatto provini nei due club di Torino ma la scelta finale era tra Fiorentina e Genoa. Al tempo il Grifone aveva bisogno di un portiere del ’92, la spuntai tra nove profili selezionati. Da poco ho raggiunto le centosessanta presenze con la maglia rossoblù».

Perin e Stillo ripercorrono i tempi delle giovanili: «La Primavera era un grande gruppo. Fuori dal campo eravamo dei pazzi ma in campo facevamo bene, ci diceva mister Chiappino. Ci siamo divertiti tanto. Dalle serate in discoteca ai kebab mangiati sul tetto del Mediteranee di Pegli. Una volta Santo Bignone trovò sotto il mio letto cinquanta bottiglie di rum – rivela Perin – pensò che le avessi bevuto da solo. Mi chiese i nomi, non li feci. Allora il direttore Donatelli ci convocò per trovare i responsabili: si alzò in piedi tutta la squadra. Ricordo anche quando l’hotel ci cacciò, io e te, perché avevamo fatto troppo casino».

I due portieri hanno avuto maestri di livello assoluto. Perin spiega: «Gianluca Spinelli? Una persona incredibile e uno dei preparatori migliori al mondo. Ha preso cura del mio talento e mi ha portato ad alti livelli. È un padre che mi ha insegnato a lavorare duro ogni giorno. Poi Gagliardi e De Prà: tutti importanti per la crescita, dalla tecnica di base alla velocità del ruolo per allenarsi assieme a calciatori come Milito».

Che cosa rende grande un portiere? «La qualità mentale e la lettura del gioco sono più importanti della tecnica e del fisico perché sono caratteristiche naturali, li devi avere dalla nascita». «Nazionale? Un sogno, l’ho realizzato al secondo anno in Serie A. Non ho mai trovato un clima così caldo come al Mondiale» continua il numero uno del Genoa.

Infine una battuta sul futuro negli Stati Uniti: «MLS tra qualche anno? Se mi chiameranno prenderò in seria considerazione una loro proposta. Giovinco mi ha sempre parlato molto bene di Toronto, del Canada e dell’evoluzione del calcio americano».

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