Panucci: «Sono molto legato al Ferraris e ai tifosi del Genoa»

L'ex rossoblù a Il Posticipo: «Sono molto riconoscente nei confronti di Onofri, Maselli e dell'allora presente Spinelli che mi hanno dato l'opportunità di arrivare nel grande calcio»

Panucci
Christian Panucci (Adam Pretty/Getty Images)

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«Io sono ligure e sono molto riconoscente nei confronti di Claudio Onofri che mi ha cambiato ruolo e di Claudio Maselli che mi ha portato fino alla prima squadra, di tutte le persone del settore giovanile del Genoa e dell’allora presidente Spinelli che mi ha dato l’opportunità di arrivare nel grande calcio». Christian Panucci ha raccontato in un’intervista a Il Posticipo anche dei suoi inizi con la maglia del Genoa. In particolare, l’ex difensore rossoblù ricorda sempre con affetto l’ambiente dello stadio Ferraris: «Sono molto legato a Marassi e ai tifosi del Genoa: essendo ligure non potrebbe essere il contrario. Recentemente sono stato col mio ex compagno Nicola Caricola: mi ha detto che quando avevo 18 anni si intravedeva già la mia grande personalità. Non avevo paura e mi facevo dare sempre la palla».

Panucci ha rievocato anche la sua difficile situazione di quando era ragazzo: «A 15 anni sono andato via di casa perché mamma e papà non arrivavano a fine mese e discutevano molto per questo. All’epoca vivevo a 40 km da dove mi allenavo, ma la squadra credeva in me e mi aveva preso a vivere nel convitto. Non volevo chiedere soldi ai miei genitori e allora andavo dal benzinaio a Genova Pegli: mi davano 50mila lire a settimana. Da quel momento in poi ho cominciato la trafila nel settore giovanile fino alla prima squadra. All’epoca ho imparato tante cose, anche ad avere rispetto dei soldi. Ho cercato di non dimenticarmi mai da dove sono partito».

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