Nicola, la partita più bella: è l’energia del Genoa

Lo spogliatoio lo segue perché s'identifica nella sua sincerità ed elettricità dialettica

Nicola Ankersen Genoa
Le indicazioni di Nicola ad Ankersen (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Bologna-Genoa è stata indubbiamente la partita più bella della gestione di Davide Nicola. Un Grifo vero, tosto come da tradizione e cinco in trasferta come non si vedeva da addirittura tredici mesi, ha ben impressionato contro un avversario dalle identiche peculiarità. Il Bologna, infatti, riflette il carattere da lottatore di Mihajlovic e veniva altresì da una grande vittoria contro la Roma all’Olimpico. Il Genoa è ora una compagine in fiducia, tracimante di autostima forte anche del poker di risultati utili consecutivi: insomma, una squadra che gioca con il sorriso sulle labbra sebbene la classifica continui a essere deficitaria e pericolosa.

Il guaio, però, potrebbe essere l’eccesso, l’esaltazione che sfocia nella presunzione. Un peccato da non commettere, un rischio che mister Nicola dovrà dribblare legando il Genoa alla bitta dell’umiltà. La sua creatura, tra l’altro, ha già dato prova di stare concentrata e soffrire nella propria metà campo perché finora non ha mai sbagliato l’approccio alla partita e nemmeno l’interpretazione dei suoi minuti finali, caustici da sempre per i rossoblù. Il nuovo Grifone, forte nello spirito e nell’ambizione salvezza, è una delle squadre più in salute del campionato, a tal punto che poche opponenti vorrebbero incontrarlo.

Migliorare continuamente, coltivare sane ambizioni attraverso il lavoro quotidiano, dirigere ogni forza positiva nella direzione comune. Il Genoa sta coniugando questi intenti da circa due mesi e Nicola è la sua principale fonte di energia quando parla di vento citando De André oppure quando parla di propulsione turbo nella terra dei motori. Mai a sproposito, mai fuori luogo o con un fine sdolcinato. E lo spogliatoio rossoblù lo segue perché s’identifica in lui, soldato tra i soldati, nella sua sincerità ed elettricità dialettica. I meriti sono anche tattici e sicuramente non inferiori a quelli motivazionali, pure loro prepotentemente emersi a Bologna, nella partita più bella della gestione di Nicola.

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